sabato 28 gennaio 2023

Lacrime di Borgata: la trasferta di Santa Maria delle Mole finisce 2-1

Se è vero che non c'è partita, sconfitta o diffida che ci possa tenere lontani dalla Borgata, questa è una di quelle giornate in cui esserci è servito: al di là del risultato, come sempre, come al solito. 
Tutto quello che poteva andare storto, proverbialmente parlando e non, è andato storto, parafrasando la Legge di Murphy

Al quarto minuto è la Borgata che si fa avanti con Proietti e Di Stefano: l'evidente fuorigioco in cui è incappata l'ala granata fa tirare un sospiro di sollievo a Ciliento (CCF). Dieci minuti dopo ci prova Bianconi (CCF) su punizione a far vedere che la squadra locale c'è: l'intervento di Cassatella manda in calcio d'angolo. 

Galeotto fu il calcio d'angolo. 

Franco esce, cade sull'anca destra e non si rialza più. A fine partita sarà portato in ambulanza all'ospedale di Frascati. La Borgata, già senza il febbricitante Poma, rimane senza portieri: entra Vitullo che si improvvisa estremo difensore pur non essendolo. Con tutta evidenza.
Un paio di uscite piuttosto barzotte suggeriscono al Ciampino la tattica da utilizzare: tirare per sorprendere il portiere. Al 37' Macri insacca e porta in vantaggio i locali. Il primo tempo si chiude senza emozioni e con una Borgata che prova a farsi avanti senza successo: il Ciampino, una volta segnato il gol del momentaneo vantaggio, si chiude a riccio. 

Il bar del campo che fa molto
"peggiori bar del Missouri" 
La ripresa è tutta granata ma l'iniziativa si infrange un passo prima del gol. L'ingresso di Piccardi e Brigazzi dà nuova linfa alla squadra e le occasioni - in un modo o nell'altro - iniziano ad impensierire la pur solida e ben posizionata difesa locale. Non far arrivare il reparto offensivo nella metà campo gordiana è l'intento che persegue l'undici di Mister Amico. 

Al quarto minuto Pompi, a tu per tu col portiere avversario non riesce ad insaccare: grande intervento di Ciliento (CCF) che si butta sul pallone e nega quello che avrebbe potuto essere il gol del pareggio. 

Comincia la girandola dei crampi al settimo (!!) della ripresa, per cui si consiglia - in questa sede - una visita ortopedica specifica per tutto il settore offensivo castellano. 

Al quarto d'ora Mascioli, con una punizione delle sue, impegna Ciliento ma riesce a rimediare solo un angolo. Il fortino della Futsal tiene e la Borgata, nonostante l'assedio, sembra non essere in grado di buttarla dentro. Al 23' Bianconi raddoppia e le speranze si affievoliscono. 
Due minuti dopo, però, Proietti viene atterrato nell'area locale: l'arbitro indica il dischetto senza indugi. Mascioli trasforma il tiro e accorcia le distanze. I gordiani tentano il tutto per tutto ma  il gol non arriva: la difesa locale si chiude bene e lotta con caparbietà su ogni contrasto. 

Dopo 100 minuti (recuperi compresi), di cui una buona sessantina di valle-di-lacrime, termina una partita che lascia l'amaro in bocca per i punti persi per strada e per aver perso con una squadra che si chiama Futsal. E che, però, gioca a calcio a 11.

Paesaggi bucolici tra campo e ferrovia. 

"Ce sta un buco nella rete dietro la porta, ce potete andà a prende il pallone?"
Dietro la porta: le praterie

Il tabellino della dodicesima giornata di campionato | Seconda Categoria Laziale | Girone F 


CIAMPINO CITY FUTSAL - BORGATA GORDIANI 2-1

MARCATORI: 37'pt Macri (CCF), 23'st Bianconi (CCF), Rig. 25'st Mascioli M. (BG)

CIAMPINO CITY FUTSAL: Ciliento, Baldascino, Ferraioli, Davenia, Cortese, Bianconi, Macri, Nobili, De Paolis, Simonetti (19'st Biasetti Di Luzio), Battista (37'st Biasini). PANCHINA: Marini, Capraro, Pietrantoni, Corcione, Carleo, Bocci, Dell'Armi. ALLENATORE: Amedeo Sanvitale. 

BORGATA GORDIANI: Franco (16'pt Vitullo), Chieffo (1'st Piccardi), Segatori (1'st Brigazzi), Pompi, Mascioli F., Chimeri, Di Stefano, Cassatella, Belardi (15'st Ciamarra), Mascioli M., Proietti (32'st Chiarella). PANCHINA: Colavecchia, Barsotti, Casavecchia, Piccardi, Corciulo. ALLENATORE: Fabrizio Amico

ARBITRO: Paul Lucian Stefan (Tivoli)

NOTEAmmoniti: 32'pt Chimeri (BG), 26'st Brigazzi (BG), 47'st Mascioli (BG). Recupero: 5'pt - 5'st

Menzione speciale per il messaggio d'amore rivolto alla cittadina di Cecchina


giovedì 26 gennaio 2023

Giustizia e intercettazioni: no a violazioni della privacy. Ma il dibattito fa piombare il paese nel 1994 - Atlante Editoriale

Le promesse elettorali, i programmi roboanti, spesso, finiscono con l’infrangersi attorno a due o tre tematiche che tengono il banco del dibattito politico, a prescindere dal colore del governo. Sembra essere una coazione a ripetere: ogni governo deve affrontare le medesime questioni che quello precedente non ha risolto in materia elettorale e di amministrazione della giustizia.
E sì che dal 1992 sono passati 31 anni, da quando le forze del nuovo centrodestra a trazione berlusconiana avrebbero chiesto un cambio di passo netto sul sistema elettorale e sulla giustizia. Il dibattito, dunque, che è presente nell’interlocuzione tra i partiti di maggioranza, nonché sui quotidiani nazionali tutti (giornali a carattere locale compresi), è riguardo le intercettazioni telefoniche.

L’arresto di Matteo Messina Denaro (e ora anche del suo alias Andrea Bonafede) hanno fatto sì che il fuoco del dibattito – mai spento del tutto – riprendesse vigore
«Quando le intercettazioni vengono pubblicate sui giornali, la colpa non è di chi le pubblica e che fa il suo mestiere, la colpa è di chi non tutela il segreto istruttorio, che dovrebbe impedirne la diffusione […] Poiché molte volte queste intercettazioni escono, nonostante il divieto di diffusione, questo significa che non si vigila abbastanza». 
Il ministro della giustizia Carlo Nordio lo ha affermato in varie occasioni, anche nelle trasmissioni di prima serata (in questo caso specifico prendendo parte a “Quarta Repubblica” nella giornata di lunedì 23). Nordio ha poi aggiunto che la «riforma è una priorità del governo», esattamente come per i governi Berlusconi, Prodi, Monti, Draghi, Letta, Gentiloni.
Aumentare l’elenco con esecutivi tecnici e “balneari” quanto basta. 

Maurizio Lupi, da parte sua, prima alfiere berlusconiano ed ora esponente centrista e rappresentante del movimento degli italiani all’estero, ribadisce il proprio sostegno a Nordio e al governo [1]: 
«Nessun passo indietro di “Noi moderati”: siamo a fianco del ministro della giustizia e con questa maggioranza. Le intercettazioni sono uno strumento importante ma gli abusi vanno contrastati e combattuti: forse è giunto finalmente il momento, in questa legislatura, di fare una riforma della giustizia a favore del cittadino». 
Sulle polemiche che hanno investito il ministro è intervenuto anche Ciro Maschio, Fratelli d’Italia e presidente della commissione giustizia della Camera dei Deputati, in un’intervista al «Corriere della Sera» di martedì 24 [gennaio 2023]: 
«Si è cercato di forzare la passione con cui [Nordio] ha parlato, però ha detto che non verrà colpito l’uso delle intercettazioni ma le sue distorsioni, le violazioni della privacy e della presunzione di innocenza. E quando si analizzeranno le proposte concrete si vedrà che si è creato un caso oltre la realtà».[2] 
Gongola anche Berlusconi: 
«Noi di Forza Italia sosterremo l’azione del ministro Nordio con assoluta convinzione. Il nostro obiettivo non è certo un conflitto tra politica e magistratura: le nostre riforme non sono contro i magistrati ma per il cittadino. Certo, incontrano l’ostilità di alcuni settori politicizzati della magistratura, alcuni di questi magistrati sono passati direttamente dai loro uffici giudiziari alle aule del Parlamento nelle fila dei 5 stelle. E questo dimostra quanto poco quei magistrati potessero essere imparziali; altri colleghi sono rimasti nelle fila della magistratura di sinistra. Ma la gran parte della magistratura svolge il compito con imparzialità e senso dello Stato». 
Dalle toghe rosse alle toghe cinquestelle il passo sembra essere breve.
Nonostante la legge Orlando-Bonafede – che infiniti addusse lutti agli Achei – sia in vigore da qualche anno.
Sul tema tuona «Il riformista» di Piero Sansonetti: 
«Per i Pm anche l’insulto è un indizio. Negli atti di un’inchiesta che riguarda Carlo Fidanza e altri Fdi la procura di Milano include parolacce intercettate e rivolte anche a persone non indagate come Daniela Santanché. E tutto finisce sui giornali. Rilievo per le indagini? Zero. Ma per i magistrati vale zero pure la legge». 
Titolo e sottotitolo di un pezzo riguardo la reale influenza della legge Orlando-Bonafede sulle intercettazioni. E sì che proprio “il cittadino”, evocato a più riprese, aveva bocciato la consultazione referendaria dei “cinque referendum per la giustizia giusta” promossi dal Partito radicale nonviolento transnazionale e transpartito, dalla Lega, da Matteo Salvini [3], per cui la galassia liberal aveva comunque dato indicazioni di voto.

Forse siamo di fronte ad un nuovo capitolo della lotta fra poteri tra politica e magistratura? Oppure “il cittadino” da proteggere è più l’idea che alcuni rappresentanti del Parlamento e del Governo hanno di se stessi, anziché della maggioranza della popolazione

Note 
[1] Lanfranco Palazzolo, Dichiarazioni di Maurizio Lupi sulla questione delle intercettazioni, «Radio Radicale», 23 gennaio 2023, https://www.radioradicale.it/scheda/688453/dichiarazioni-di-maurizio-lupi-sulla-questione-dellintercettazioni. 
[2] Virginia Piccolillo, «Clima infiammato, confrontiamoci con l’Anm», «Corriere della sera», 24 gennaio 2023. 
[3] Sul sito del comitato promotore, ancora attivo, si distinguono i tre soggetti: Prntt, Lega e Matteo Salvini.

Pubblicato su «Atlante Editoriale» e visibile qui: https://www.atlanteditoriale.com/it/macrotracce/it-giustizia-e-intercettazioni-no-a-violazioni-della-privacy-ma-il-dibattito-fa-piombare-il-paese-nel-1994/

lunedì 23 gennaio 2023

Classifica marcatori Borgata Gordiani all'undicesima giornata di campionato [easter egg]


Post non richiesto delle 16:41 di lunedì 23 gennaio

Giocatore

Gol

Di Stefano

4

Mascioli Moreno

4

Cassatella

2

Ciamarra

2

Piccardi

2

Pompi

2

Chiarella

1

Proietti

1

Zagaria

1


Di Stefano bussa due volte: la rimonta è granata

Poi, d'improvviso, mi sciolse le mani e le mie braccia divennero ali, quando mi chiese: "Conosci l'estate?" io, per un giorno, per un momento, corsi a vedere il colore del vento. 

Per tutto il pomeriggio il vento che ha soffiato sul "Vittiglio" e il cielo che ha abbracciato il campo è stato granata. Guardare al solo risultato tradisce (e non poco): gli occhi rimangono ingannati alla vista di quel 2-2 che farebbe presagire una sostanziale parità in campo
I numeri sono freddi e gelidi, come il clima di questi giorni, e non lasciano trasparire nulla della gioia di quel gol raggiunto al 41' della ripresa. Per una volta la zona-Borgata (ovvero quella fase della partita in cui per un nano-secondo gli undici granata staccano la spina della concentrazione e gli avversari pareggiano o vincono) si è verificata al contrario.
E mai felicità fu più grande. 

«Abbiamo dimostrato di valere», dirà mister Amico colmo di orgoglio al termine dei 90 minuti prima di entrare negli spogliatoi.

Partiamo subito col dire che la partita in programma tra Borgata Gordiani e Vis Casilina si preannunciava tutt'altro che semplice: i rossoblu sono l'unica squadra a non aver ancora mai perso uno scontro in undici giornate di campionato. Tanti pareggi, è vero, ma anche quattro vittorie: un punto in meno dei nostri e tanta qualità nel reparto offensivo e di metà campo. 

Presenze di sostanza
Il capitano ospite è un esperto Wladimiro Sbraglia: 44 anni di cui 25 passati a giocare a calcio. In carriera c'è tanto professionismo (Frosinone, Viterbese, Tivoli) ma anche dilettantismo (Lariano, Monterotondo, Lupa Frascati) e una presenza in A con la maglia della Reggina.
Tanto per dare una pennellata di quel che rappresenta la squadra di borgata Finocchio: il centravanti della Vis, Joshua, è stato componente attivo nelle rose giovanili della Lodigiani guidate da Santucci e Rivetta, entrambi nomi noti del dilettantismo laziale.

Sisifo è vivo e lotta insieme a noi
Il primo tempo preannuncia una partita "tiratissima": i ritmi sono sostenuti e il gioco colmo d'agonismo, se così si può dire. La Borgata inizia ad accusare le prime iniziative del duo Joshua-Marcelli e, proprio loro, imbastiranno l'azione del vantaggio a 9 minuti dal fischio iniziale dell'arbitro Notaro. 

Il centravanti in maglia gialla approfitta del cross di Marcelli e con un tocco che è sembrato essere morbidissimo, riesce a insaccare alle spalle di Poma. La Borgata accusa il colpo ma tiene la barra dritta: soffre e riparte. Al diciottesimo le cose iniziano a mettersi male: la punizione dal limite dell'area battuta dal veterano Sbraglia segna il 2-0 per la Vis Casilina. Gran tiro, potente, preciso, netto. Da professionista.

La strada è in salita e sembra che niente stia andando come dovrebbe. La Borgata inizia a farsi vedere al ventesimo, nella fase in cui la Vis sembra aver placato la fame per un istante: Pompi illude i presenti con un tiro dalla distanza che si stampa sul fondo

Un minuto dopo i granata riescono a recuperare almeno un gol: Di Stefano scappa via tra le maglie della difesa avversaria e batte il portiere con un delizioso pallonetto che beffa Mannella. 

Il pauperismo ci guida.

Menzione d'onore al banchetto per il pre-order delle felpe color grigio e granata: marketing aggressivo e d'impatto. Centralini e direct di Instagram in fiamme.

Borgata fenix
Il secondo tempo è stato il paradigma del calcio. C'è chi, molto più importante e rilevante di chi scrive, ha affermato come il calcio sia la rappresentazione della vita reale perché in 90 minuti contiene tutte le sensazioni che riesce a provare l'uomo: gioia, dolore, disperazione, tristezza, collettività, rabbia, frustrazione, rinascita. La ripresa della Borgata è una piena rinascita. Sa chiudersi e sa gioire, sa soffrire e ripartire: incassa le occasioni del tridente d'attacco della Vis Casilina che si fa avanti nel primo quarto d'ora. Maiuscola la prova di Cassatella che, a centrocampo, ha dovuto far fronte all'ingombrante presenza di Sbraglia.

Al diciannovesimo proprio Sbraglia ci riprova per una punizione da copia-conforme con quella calciata nella prima frazione di gioco ma Poma è stato insuperabile. Colpo di reni, palmo pieno della mano a mandare il pallone oltre la traversa. L'arbitraggio inizia a prendere una piega irreale e del tutto privo di senso, per dare un'idea: la prima punizione a favore della Borgata Gordiani è stata fischiata al 32' della ripresa

Di fronte alle asperità, però, il cuore granata non si svilisce e, anzi, si rafforza e riesce a dare più del massimo. Centouno percento. 

I presenti rischiano l'infarto più volte: al 34' Di Stefano tenta la rovesciata ma si spegne al lato sinistro della porta difesa da Mannella. La Vis si fa avanti, forte del risultato a favore ma i cambi del mister Pasquini, forse, non sono azzeccatissimi e al 41' un'azione corale porta Di Stefano alla doppietta. Per una volta la zona Borgata accade al contrario: pareggio al termine della partita. La tribuna esplode, il direttore di gara impazzisce per l'esultanza collettiva e ammonisce i Mascioli's, e Di Stefano, probabilmente per essersi arrampicati in cerca della folla festante. 

La Vis si allunga talmente tanto in cerca del terzo gol a tal punto che Belardi, superando l'ultimo uomo, si trova a tu per tu col portiere arrivato fin sulla linea mediana del campo ma inciampa e non riesce a regalare i tre punti ai suoi.
La beffa sarebbe potuta arrivare al 48', in pieno scadere: Romozzi si trova di solo davanti a Poma e deve solo scegliere l'angolo in cui mandare il pallone. Opta per il tiro più complicato e spedisce un morbidissimo tiro tra le braccia di Poma

Sospiro di sollievo, defibrillatori accantonati, abbracci e festa. Come quando si canta durante la partita: oltre il novantesimo, vada come vada.

E oggi è andata: risalendo la china, puntando alla vetta.

Il tabellino dell'undicesima giornata di campionato | Seconda Categoria Laziale | Girone F

BORGATA GORDIANI - VIS CASILINA 2-2

MARCATORI: 8'pt Joshua (VC), 18'pt Sbraglia (VC), 21'pt Di Stefano (BG), 41'st Di Stefano (BG).

BORGATA GORDIANI: Poma, Proietti (34'st Segatori), Mascioli F., Pompi, Mascelloni, Chimeri, Di Stefano, Cassatella, Ciamarra (38'st Belardi), Mascioli M., Chieffo (16'st Piccardi) PANCHINA: Franco, Zagaria, Brigazzi, Casavecchia, Corciulo. ALLENATORE: Fabrizio Amico.

VIS CASILINA: Mannella, Cacciamani, Panariello, Chicca, Pistillo, Marchetti (17'st De Palma), Marcelli F., Sbraglia, Joshua (28'st Romozzi), Capone (21'st Ricci), Ciferri (35'st Bornivelli) PANCHINA: Di Paolo, D'Antimi, Pochesci, Marcelli A., Vespa. ALLENATORE: Stefano Pasquini.

ARBITRO: Vincenzo Notaro (Roma1).
NOTE: Ammoniti: mister Amico al 45'pt per proteste nei confronti del Direttore di gara, 11'st Capone (VC), 32'st Pompi (BG), 39'st Mascelloni (BG), 42'st Mascioli F. (BG), 42'st Mascioli M. (BG), 42'st Di Stefano (BG). Recupero: 1'pt - 4'st.

Le foto, come al solito, sono quelle di Elisa. Manco a dirlo più ormai.












[easter egg delle 16:41 di lunedì 23 gennaio]

Classifica marcatori Borgata Gordiani all'undicesima di campionato


Giocatore

Gol

Di Stefano

4

Mascioli Moreno

4

Cassatella

2

Ciamarra

2

Piccardi

2

Pompi

2

Chiarella

1

Proietti

1

Zagaria

1


Giocatore

Gol

Di Stefano

4

Mascioli Moreno

4

Cassatella

2

Ciamarra

2

Piccardi

2

Pompi

2

Chiarella

1

Proietti

1

Zagaria

1


giovedì 19 gennaio 2023

Profitti per pochi, disuguaglianza crescente e “autonomia nel 2023” - Atlante Editoriale

Disuguitalia”: un’Italia in cui le disuguaglianze crescono sempre di più. L’analisi prodotta da Oxfam nel nuovo rapporto intitolato “La disuguaglianza non conosce crisi” [1] presentato all’apertura del “World economic forum” di Davos fotografa un’Italia che sta procedendo sul binario dell’aumento delle disuguaglianze: 
«La riduzione delle disuguaglianze rappresenta un tema cui nessun governo ha finora attribuito centralità d’azione, il tema si è trovato ridimensionato (relegato, in molti casi, alla mera retorica) nell’ultima campagna elettorale e la nuova stagione politica si sta contraddistinguendo più per il riconoscimento e la premialità di contesti ed individui che sono già avvantaggiati che per una lotta determinata contro meccanismi iniqui (ed inefficienti) che accentuano i divari e le fratture sociali, minando la coesione e svilendo il nostro patto di cittadinanza».
Nel rapporto, Oxfam chiede al governo che:
«gli interventi di sostegno alle famiglie contro l’aumento dei prezzi devono essere ulteriormente ricalibrati per migliorare l’effetto compensativo per i nuclei familiari con capacità di spesa minore», che vadano protette «le retribuzioni reali per tutelare le condizioni di vita dei lavoratori e gruppi sociali più poveri» al fine di stimolare «nuovi accordi tra le parti sociali volti a ridefinire sistemi più efficaci di indicizzazione dei salari ai prezzi» e, infine, «di indicizzare all’inflazione il reddito-soglia per l’accesso al Reddito di cittadinanza (Rdc)»

L’attacco dell’esecutivo al Reddito di cittadinanza è grandemente noto, così come la narrazione che la maggioranza di Governo ha diffuso già da quando era “minoranza” (a cui per la verità si affiancava la voce del Partito democratico) fornendo alla popolazione un’immagine stereotipata e distorta del percettore del beneficio. L’Oxfam, a tal proposito, rincara la dose: 

«Il Governo deve fare un passo indietro sul regime transitorio del RDC previsto per il 2023 e garantire l’erogazione del sussidio per tutte le mensilità spettanti a tutti i beneficiari dell’istituto, rinunciando a un approccio categoriale che vede nell’impossibilità di lavorare e non nella condizione di bisogno il titolo d’accesso alla misura». 

Non solo: 

«va reso più equo, per quanto attiene ai criteri di accesso alla misura e all’entità del sussidio erogato e più efficiente con particolare riguardo alla riduzione dell’elevata aliquota marginale che grava sui beneficiari che già lavorano o iniziano a lavorare». 

Greedflaction
Non solo disuguaglianze ma anche “inflazione da avidità”, in inglese: “greedflaction”.
È uno dei neologismi dell’umanità che naviga nella crisi economica da un ventennio
«I profitti societari mostrano una tendenza al rialzo da decenni. Prima della pandemia, le aziende di Global Fortune 500 [2] avevano aumentato i propri profitti del 156% in un decennio, dagli 820 miliardi di dollari nel 2009 ai 2.100 miliardi di dollari nel 2019. Oggi i profitti, in particolari settori dell’economia, stanno raggiungendo livelli sempre più elevati, contribuendo alla crisi del caro-vita». 
Per intenderci: l’inflazione non si verifica solo quando “la domanda supera l’offerta” conseguente aumento dei prezzi, ma anche perché 
«le imprese stanno scaricando sui consumatori l’aumento dei costi dei beni intermedi; stanno capitalizzando sulla crisi usandola come giustificazione per imporre prezzi più alti»

L’autonomia è “a tanto così”
Nonostante tutto, il dibattito politico ruota attorno alla cattura di Matteo Messina Denaro e alle frizioni che si stanno verificando nella maggioranza. Strumentali, beninteso: battute di Silvio Berlusconi a parte e “affermazioni forti” del ministro Sangiuliano riguardo un Dante Alighieri “destrorso”. Le conseguenze della Legge di bilancio sembrano essere scomparse dai radar politici e quel che si intende, tra le righe della grande stampa nazionale e dalle dichiarazioni incrociate di esponenti politici, è che il governo ha bisogno di fiducia. Parlamentare e da parte dei mercati, s’intende. Certo è che, al momento, con l’approssimarsi delle elezioni regionali cominciano a riemergere anche quelle che sono le momentanee tensioni del centrodestra e le conseguenze delle dichiarazioni da campagna elettorale. Un esempio su tutte: l’autonomia. Indipendenza no, sovranità nemmeno, dunque tornare al concetto di “autonomia” sembra essere vitale per la Lega. Anzi, va indicata una data certa: nel 2023. Parossismo all’ennesima potenza, Matteo Salvini sembra esserne più che convinto [3]: 
«dopo 30 anni di battaglie, grazie ad un centrodestra serio e compatto al governo e alla presenza importante della Lega, l’autonomia sarà realtà nel 2023».
Ieri l’abolizione della povertà, oggi l’autonomia ma sicuramente «del doman non v’è certezza».

Note:
[1] Pubblicato il 16/01/2023 visibile a questo link Report-OXFAM_La-disuguaglianza-non-conosce-crisi_final.pdf (oxfamitalia.org).
[2] Global Fortune 500 è una classifica delle 500 – per l’appunto – aziende più potenti a livello globale. La “potenza” è misurata nel fatturato delle stesse. Nella top ten ci sono Walmart, Amazon, Apple, Wolkswagen ma anche Sudi Aramco, Sinopec Group. La classifica completa è visibile qui: https://fortune.com/ranking/global500/2022/search/
[3] Dichiarazione rilasciata nel corso della conferenza stampa di presentazione dei candidati della Lega per le prossime regionali del 12 e 13 febbraio.

Pubblicato su Atlante Editoriale: https://www.atlanteditoriale.com/it/macrotracce/it-profitti-per-pochi-disuguaglianza-crescente-e-autonomia-nel-2023/

domenica 15 gennaio 2023

Pompi e Piccardi stendono l'Atletico Torres: finisce 1-2 al "Mario Ceprani"

La Borgata respira a pieni polmoni l'aria del nuovo anno che porta in dote i primi tre punti del 2023. Serviva una vittoria e così è stato: sofferta, certamente, ma giocata con un gran cuore da parte di tutta la squadra

Deserto dei Tartari
Una guarnigione di un esercito è in formazione e in lenta attesa del nemico in uno sperduto avamposto: l'avversario, però, non si vede mai. Spero che qualcuno tra i lettori i questo post abbia letto il romanzo "Il deserto dei Tartari" di Dino Buzzati: (tralasciando tutta l'introspezione psicologica sui personaggi che fa del romanzo di Buzzati un grande testo) di fatto la Borgata ne rivive la trama per i primi quarantacinque minuti di gioco. Nella prima frazione l'avversario c'è ma non riesce a costruire molto: i gordiani tentano più volte di farsi vedere dalle parti di D'Ambrosio ma ogni spunto è vano. O, comunque, non così ben costruito da poter rappresentare una seria minaccia per la Torres. Le uniche due vere occasioni della prima frazione di gioco sono della Borgata: neanche una manciata di minuti e i nostri rimediano un angolo che non riesce ad essere il tentativo di sblocco della partita. La seconda  occasione è al 37': Chieffo impegna il portiere locale con un gran tiro ma, ancora una volta, i gordiani rimediano un calcio d'angolo che non viene trasformato. Il primo tempo scorre via senza che neanche i presenti se ne accorgano troppo, se non per qualche leziosità di troppo da parte del gioco delle due squadre. 

Cambi vincenti
Nell'ultima partita del 2022 la Borgata è stata fermata tra le mura casalinghe del "Vittiglio" dall'Alba Roma: galeotti furono gli ultimi minuti! A margine dell'incontro il rammarico era generalizzato, così come pure mister Amico si doleva dei cambi che non era riuscito ad azzeccare. Ma è un altro anno e il mister dimostra che, in tutta verità, sa leggere (e anche bene) la partita: torna finalmente in campo Piccardi, così come pure calcano di nuovo il rettangolo verde Ciamarra e Corciulo.
Conviene, però, procedere con calma e fare un passo indietro. 

Al quarto d'ora  della ripresa le occasioni latitano: l'unico spunto da annotare è stato quello di Capitan Cicolò al 5'. La partita sembra essere statica e più il tempo scorre, più le occasioni non vengono neanche imbastite in potenza: la Borgata ha il gioco in pugno ma non concretizza.
Lo spettro della "tragica distrazione" inizia ad aleggiare sul "Mario Ceprani" di Via dei Gerani: le squadre cominciano ad innervosirsi, mister Amico viene richiamato dall'arbitro e al 16' Giordani insacca l'1-0 per i locali. Distrazione granata, Atletico Torres con un uomo in più al posto giusto e al momento giusto e Poma che non può farci niente, se non constatare il pallone che riesce a gonfiare la rete dietro le sue spalle. 

Sofferenza e disorientamento in campo: i nostri sentono la botta del colpo appena ricevuto
«Stessa solita storia», sembrano dire le facce dei giocatori che si cercano le ginocchia: appoggiarci i palmi delle mani per una frazione infinitesimale di quiete e raccoglimento è necessario prima di ripartire. 
Il nuovo anno, però, è gravido di sorprese, come Piccardi che rientra in campo e dà una sferzata al reparto offensivo della squadra: l'Atletico Torres imposta il baricentro più in alto alla ricerca del secondo gol che avrebbe sancito la chiusura morale (prima che matematica) sulla partita, tuttavia la linea difensiva risulta essere più porosa e i gordiani riescono a prendere velocità, campo e coraggio in contropiede. 

Il pareggio è nell'aria e al 25' è Pompi a pareggiare i conti, autore non solo del gol ma di un secondo tempo magistrale. Cinque minuti dopo è Piccardi a portare in vantaggio la Borgata: su calcio d'angolo è lasciato completamente solo dalla difesa locale. Colpo di testa leggero da distanza ravvicinata: è il gol del sorpasso
Sfuma di un soffio la terza rete: al 32' il tiro di Chieffo si stampa sul palo, tra le espressioni di diniego più colorite che orecchie umane abbiano mai potuto ascoltare. 

E poi? Poi come al solito: un finale da defibrillatore che ha visto l'espulsione di Cicolò, un tentativo di rovesciata da parte di un attaccante dell'Atletico Torres al 46', l'assedio della Borgata  con Corciulo che ha macinato chilometri e tentato tre tiri in porta, una decina di contropiedi. Tutto in ordine rigorosamente sparso

Le foto, tutte, sono sempre di Elisa Vannucchi, ormai fotografa ufficiale della Borgata

E poi, ancora: la Vis Casilina ha fermato il Torrenova con un pareggio casalingo, lo scontro tra Alba Roma e Lucky Junior è terminato a reti bianche (almeno stando all'aggiornamento di Tuttocampo delle ore 18:30).

Dunque si torna al secondo posto: grazie Borgata!


Il tabellino della decima giornata di campionato | Seconda Categoria Laziale | Girone F

ATLETICO TORRES - BORGATA GORDIANI 1-2

MARCATORI: 16' st Giordani (AT), 25'st Pompi (BG), 30'st Piccardi (BG)

ATLETICO TORRES: D'Ambrosio, Coletti, Colistra (38'st Ciucci), Reale, De Paolis, Lucci (10'st Cappelli), Bovi, Franciulli, Giordani, Testoni (35'st Aversano), Quaresima (23'st Pietrucci) PANCHINA: Ponzo, Gennari. ALLENATORE: [non indicato sulla distinta]

BORGATA GORDIANI: Poma, Proietti, Colavecchia (15'st Piccardi), Pompi, Segatori, Chimeri (40'st Corciulo), Di Stefano, Cassatella, Chiarella (15'st Ciamarra), Cicolò, Chieffo. PANCHINA: Zagaria, Barsotti, Brigazzi, Casavecchia, Piccardi, Belardi, Vitulllo. ALLENATORE: Fabrizio Amico

ARBITRO: Turco (Ciampino) 

NOTE:  Espulso al 44'st Cicolò (BG) per doppia ammonizione. Ammoniti: 30'pt Colavecchia (BG), 43'pt Cassatella (BG), 43'pt Colistra (AT), 20'st 4 (AT), 38' Cicolò (BG), 47'st 19 (BG) Recupero: 1'pt - 5'st 

Le foto, tutte, sono sempre di Elisa, ormai fotografa ufficiale della Borgata





sabato 14 gennaio 2023

Per Lorenzo Parelli [contro l'alternanza scuola-lavoro]

Dallo scorso anno, da quando si verificò l'ennesima morte di un ragazzo nel percorso di alternanza scuola-lavoro, nelle tracce dei temi che propongo alle classi ho deciso che avrei inserito  a tempo indeterminato (al contrario del mio contratto) la questione del Pcto (ex Asl) e della vicenda di Lorenzo Parelli.

Fino a quando si continuerà con l'assurdità dello sfruttamento di manodopera scolastica a-salariata, fino a quando si parlerà della necessità di far emergere "lo spirito d'imprenditorialità di ogni studente", fino a quando si parlerà di scuola attraverso frasi fatte e stereotipi, fino ad allora ogni anno ci sarà una traccia per ricordare Lorenzo Parelli e la sua assurda morte a 18 anni. 

Di seguito, la traccia che propongo agli studenti.

Il 22 gennaio 2022 Lorenzo Parelli, studente di 18 anni di Udine, è morto mentre svolgeva l’ultimo giorno di tirocinio-stage presso un’azienda siderurgica di zona. La notizia si è propagata attraverso tutti i media e sulla gran parte di canali informativi nazionali: condanna unanime nei confronti dell’azienda e della questione di evidente lavoro senza sicurezza.
Nei giorni successivi all’accaduto s’è sviluppato anche un dibattito riguardo la necessità dell’obbligo, per studentesse e studenti, di svolgere un certo numero di ore di Alternanza Scuola-Lavoro, così come imposto dalla legge del 107/2015 (cosiddetta "Buona Scuola").
A tal proposito lo storico Alessandro Barbero, docente presso l’Università del Piemonte Orientale, due anni fa ha avuto modo di dire: 
«[…] Il grande movimento di democratizzazione della scuola che ha voluto l'istruzione e l'inclusione per tutte le classi sociali (cioè la possibilità di andare a studiare senza sapere a cosa servirà "dopo" quel particolare argomento di quella disciplina) ha dato una spinta enorme all'uguaglianza e alla parità tra tutti per evitare che si andasse a lavorare anziché studiare da minorenni. Imparando a conoscere anzitempo sofferenza, privazione della propria età di vita, sfruttamento, così come è successo ai nostri nonni o ai nostri padri. Tutti, per farla breve, avrebbero dovuto studiare e diventare "studenti" nel verso senso della parola, senza l'obbligo o il ricatto di dover lavorare perché le misere condizioni di partenza della propria famiglia non avrebbero consentito l'accesso agli studi ai figli. A partire da un certo momento storico, nell'era del post-ideologico (con la caduta del Muro di Berlino, la dissoluzione sovietica del 1991 etc), s'è iniziato a mettere politicamente in discussione alcune questioni relative all'insegnamento e alla scuola in generale: “in fondo il latino non serve”: era utile quando a scuola c'erano solo padroni ed élite, ora non è più utile; “il libro di testo allo stesso modo è superato”: tanto c'è internet, e via dicendo. S'è arrivati a dire che, in fondo, i ragazzi nati negli anni '80 e '90 sono stati dei privilegiati: hanno passato tutta la loro adolescenza a studiare senza fare un giorno di lavoro e non posseggono risorse spendibili nel “mercato del lavoro”. Impostando il discorso in questo modo non se ne esce facilmente, così viene estratta dal cilindro l'idea che per essere studente non serve studiare perché bisogna anche saper fare: dimostrare di fare qualcosa realmente e non solo riuscire ad applicarsi su teorie e manuali. In altre parole: bisogna che i ragazzi tornino a lavorare, ecco "l'alternanza": perché se tu fai qualcosa adesso è bene che ti metta da subito in testa di utilizzare quelle cose che stai imparando per il "dopo"». 
Ragiona sul fatto accaduto e sulle parole del prof. Barbero esprimendo un tuo parere in un articolo d’opinione.

giovedì 12 gennaio 2023

I nodi da sciogliere tra benzina e Pnrr – Atlante Editoriale

Appare proprio lì, vicino al cursore del mouse tra le inserzioni pubblicitarie più invasive che esistano (di cui sono zeppi i siti web dei quotidiani italiani). Tra un annuncio sulle salvifiche proprietà dello zenzero contro la pellagra o la pertosse e uno riguardante gli acari sui cuscini rigorosamente in caps lock, ri-compare anche quello del 2019 di Giorgia Meloni. Lontanissimi i tempi attuali in cui si cura ogni aspetto della presenza online: il video ritraeva Giorgia Meloni intenta a fermarsi con la macchina per una sosta di rifornimento discutendo delle accise sulla benzina. 

La grande stampa nazionale e le agenzie stanno rilanciando il video da giorni perché il 2023 ha portato in dote una notizia che, in realtà, appare ciclicamente nel panorama politico italiano, economico e giornalistico d’Italia: il caro-benzina. Solo che, stavolta, c’è di mezzo la Presidente del consiglio dei ministri e la gestione della propaganda prima del giuramento di ottobre 2022: il video è tornato ad essere molto condiviso ed è nuovamente rimbalzato nei social media. 

«È una vergogna che di 50 euro di rifornimento, 35 vadano allo stato», tuonava l’allora candidata di Fratelli d’Italia, per poi scagliarsi contro le accise imposte «da quando è stato inventato il motore a scoppio» che avrebbero influito sul prezzo finale.
Luca Squieri (Forza Italia), intervistato da «Radio Radicale», mette le mani avanti e precisa: «È utile ricordare che la manovra è stata realizzata in un periodo ristretto e due terzi delle risorse sono andate al caro bollette. Nell’ambito degli interventi precedenti c’era anche lo sconto carburante e dispiace vedere come sia venuto meno ma è stato legato alla necessità di far tornare i conti: purtroppo non c’era la copertura rispetto a quello che sarebbe stato il costo»

Anche perché ad ogni modo il “taglio delle accise”, come giornalisticamente viene annunciato, non era comunque nei programmi del Governo: «Dobbiamo auspicare che le dinamiche economiche del 2023 vadano meglio – e su questo c’è un buon auspicio – in modo tale da poter ripensare il Governo sulla diminuzione delle accise. Desiderio di tutti, ma devono verificarsi le condizioni compatibili. Non si tratterebbe di aumento delle accise ex-novo [il conseguente aumento dei prezzi] ma il venir meno di uno sconto straordinario che era stato introdotto».

Lo ha ribadito anche Giovanbattista Fazzolari a «La Repubblica»: «Non è in discussione la reintroduzione di uno sconto sul carburante» anche perché, sempre secondo il sottosegretario, il prezzo a 2,5€ al litro sarebbe una notizia falsa: «sono un pendolare e la benzina è a 1,8€» [1]. La quotazione per barile di petrolio, ad oggi, è fissata attorno ai 75 dollari statunitensi e si avvicina sempre di più quello che era stato definito «lo spettro dei 105 dollari al barile» diffuso da Goldman Sachs nell’aprile del 2005, anche se il prezzo del carburante alla pompa nel quarto trimestre di quell’anno era di 1.261,92€/l [2]. 

La grande stampa nazionale punta il lettore a far guardare il dito anziché la luna, mirando in basso piuttosto che all’analisi complessiva della questione e magari provando a spostarne il piano delle discussioni e dei dibattiti e, cioè, che il Governo Meloni si conferma in linea con quanto dichiarato (e desiderato) più volte dalla Commissione Europea.
Non stravolgere i mercati e non cedere a provvedimenti che non avrebbero potuto essere sostenuti dalla proverbiale coperta corta della Legge di bilancio. Questa è la linea che segue e che seguirà il Governo. Lo aveva detto anche il Ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ceriani nel mese di dicembre: «Purtroppo abbiamo una finanziaria con pochi spazi di manovra, ma il governo ha l’ambizione di durare cinque anni».

Lo scontro che si andava prefigurando all’indomani del giuramento del governo Meloni tra Fd’I e Unione Europea è ben lungi dal verificarsi. Mettersi di traverso con la finanza è cosa grossa e Meloni non ha la minima intenzione di infastidire i mercati. Lo sa bene Ursula Von der Leyen che, in visita in Italia nei giorni scorsi, si è complimentata con la Presidente Meloni: «È stato un piacere incontrarla. In visita della prossima riunione del Consiglio abbiamo discusso di come continuare a sostenere l’Ucraina; garantire un’energia sicura e accessibile; aumentare la competitività dell’industria UE; fare progressi sul patto per la migrazione. Abbiamo anche discusso dell’implementazione del Pnrr in Italia».

Già, il Consiglio europeo: la seduta straordinaria è stata fissata per le giornate del 9 e 10 febbraio e sarà dedicata ai temi dell’immigrazione e dell’economia per cui il Governo può tirare un sospiro di sollievo almeno per uno dei due temi che saranno oggetto dell’assemblea. Entro quella data il Governo Meloni dovrà dimostrare che i capitoli di spesa e gli “obiettivi” del Pnrr: 149 solo per il 2023.
Basta non centrarne uno e salterebbero le «due nuove rate da 19 miliardi ciascuna»[3].
I consigli, le raccomandazioni, dell’Ue nei confronti dell’Italia nel corso di quest’anno saranno cruciali per lo sviluppo e il fluire del governo. Burrascoso o meno si vedrà. 

Note: 

[1] Serenella Mattera, Il governo nell’angolo teme la crisi di consensi. Sulle accise è scontro, 10 gennaio 2023, «La Repubblica». 

[2] Prezzi medi annuali dei carburanti e combustibili - Statistiche energetiche e minerarie - Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica (mise.gov.it) 

 [3] Dino Pesole, Pnrr, Mes, competitività: l’intreccio dei dossier, 10 gennaio 2023, «Il sole 24 ore».

lunedì 9 gennaio 2023

La vita incasinata [ma bellissima]

Questo dagherrotipo raffigura un insegnante precario al mattino, un giornalista al pomeriggio ma anche di notte, in attesa di intervistare il primo statunitense che abbia mai giocato (e segnato) nel campionato sovietico di calcio.
L'americano che scelse "i rubli al posto dei dollari", che si sposò con Ekaterina Alexandrovna (modella), nonostante poi vissero insieme negli Usa: «mi chiese di sposarlo ma pensavo stesse scherzando», avrebbe poi detto a "Sports monday". 

Il centravanti in questione si chiama Dale Mulholland e insieme a Fabio ne avevamo già parlato in "Calcio e martello - storie e uomini del calcio socialista". Dal 2017 ad oggi ho provato a mettermi in contatto con lui e, finalmente, ce l'ho fatta con l'inizio del nuovo anno. Ha parlato due ore e mi ha mostrato tutti i suoi memorabilia sovietici.
Seguirà un'intervista per «Atlante» su quanto (troppo!) mi ha raccontato, ma intanto leggetevi quello che scrivevamo su di lui dopo l'uscita del libro.

Per chi ancora non avesse letto Calcio e martello, può rimediare cliccando sull'immagine e ordinarne una copia :)
Ho ancora i compiti da correggere, le lezioni da preparare, le ripetizioni pomeridiane da confermare.
Però ho intervistato Mulholland.
Ma si fa tutto.
At least I try.

Tratto dal personalissimo archivio piccinelliano. Anno Domini 2017


Dale Mulholland, come gli aficionados del nostro piccolo "Calcio e Martello" ormai sanno a menadito, è stato un calciatore statunitense in forza agli Orlando Lions che, prima del crollo dell'URSS, andò a giocare con la Lokomotiv Mosca. Il quotidiano La Repubblica del 4 marzo 1990 scriveva così:
«Anche il calcio dà il suo piccolo contributo alla distensione tra Usa e Urss. Un calciatore statunitense, Dale Mulholland, ha firmato un contratto con una squadra sovietica. Ha scelto i rubli anziché i dollari [...] Non parla il russo, ma ha detto che prenderà lezioni non appena arriverà a Mosca. Non si sa quanto guadagnerà». 
Mulholland aveva più volte cercato un contatto con la controparte socialista ma prima per il rifiuto degli stessi americani, poi per quello del Goskomsport non si era riusciti a trovare un accordo accettabile fra le parti. 

L'idea dello scambio vene soltanto in seguito, dopo svariate pressioni di Mulholland, come riporta il New York Times dell'epoca: 
«Mulholland, who played for the University of Puget Sound before turning pro, said he had spent four years prodding American and Soviet officials to make his dream come true». 
Tradotto: Mulholland, che ha giocato per l'Università di Puget Sound prima di diventare professionista, ha dichiarato di aver trascorso gli ultimi 4 anni incoraggiando i funzionari americani e sovietici per far sì che il suo sogno divenisse realtà». Ovvero, Mulholland voleva (grassetto, corsivo e sottolineato) andare a giocare nel massimo campionato sovietico: 
«La Russia per me rappresenta la storia, una cultura che stiamo cercando di scoprire, l'architettura, il balletto», aveva dichiarato il nostro, venendo anche ripreso da Repubblica
Ma se La Repubblica parlava di un altro passo verso la distensione tra gli Stati, il NYT lo stesso giorno del sopra citato articolo del quotidiano italiano, dedicava un misero francobollo al passaggio del giocatore di Tacoma al campionato socialista. 

La sua presenza fu, dobbiamo dirlo, quasi evanescente: dieci presenze e un gol, prima che tutto crollò. Tutto, cioè, l'Unione Sovietica. Le Repubbliche Socialiste caddero senza che fu sparso sangue e che venisse sparato un colpo, questa è la retorica più (ab)usata dagli storici.
Ma di questo, a Dale Mulholland, non importò molto: rimase in Russia e in Europa orientale per poi tornare negli States con la moglie Ekaterina Alexandrovna.
Oggi, forma allenatori e giovani calciatori tra Usa e Indonesia.

 Dale Mulholland con la Lokomotiv Mosca. La capigliatura sovietica anni '80 c'era tutta. 

mercoledì 4 gennaio 2023

Il Sud Africa e la nuova umanità

Molti studenti, conosciuti in questi pur pochi anni di insegnamento (4), hanno come mito, come faro della propria esistenza il modo di vivere, di pensare e di relazionarsi di Cristiano Ronaldo. 
È uno sfacciato, un arrogante che sa di valere e di contare molto più degli altri (anche se poi, magari, neanche è troppo vero) e questa cosa fa letteralmente impazzire tutti i ragazzi dai 14 ai 18 anni. Studiare non serve se si hanno capacità di investire in criptovalute o se si riesce a sfondare nel calcio: discorsi come questi iniziano ad essere quasi ordinari perché sono intimamente connessi, secondo loro.
Alcuni di loro non hanno bene in mente cosa significhi "criptovaluta" o "mercato azionario", sanno solo che possono farlo perché hanno l'account del padre o della madre. 

Nell'ultima conferenza stampa, Cristiano Ronaldo ha detto di essere «molto contento di essere venuto a giocare in Sud Africa», nonostante l'Al-Nassr sia una società calcistica dell'Arabia Saudita, dunque non propriamente Africa.

"Ma co tutti i soRdi che c'ha che je frega de dì che sta n Sud Africa", mi sembra già di sentire l'eco degli studenti che fanno spallucce all'ennesimo sfoggio di ignoranza, condita da superbia, del loro beniamino. E per cui la stampa non ha fatto neanche un "plissè", come cantava Jannacci. 

Hanno ragione, eh, per carità: uno che guadagna tutti quei soldi, di problemi non se ne fa neanche mezzo. 

Il punto è che - specie nell'educazione - va fornita una prospettiva completamente diversa rispetto a quella dominante: se tutto il proprio obiettivo è quello del "soldo", indotto dalla vita (e certe volte dalle famiglie!), dallo sport, dalla stampa, dal mondo circostante in generale, la scuola superiore è solo una misera transizione - più o meno infelice - di quello che poi la proiezione del mio ego riuscirà a compiere nel mondo reale.
A maggior superbia, più grande sarà la sconfitta.
Ma dobbiamo davvero rassegnarci all'impossibilità della costruzione della nuova umanità?

La risposta è, ovviamente, no.

Longo lo cammino, come la meta: grande!

 

martedì 3 gennaio 2023

Shiwan Sadq, è lui il primo calciatore curdo-iracheno in Italia (e in Europa!)

Un pugno di anni fa il nome di Ali Adnan è finito su tutti i giornali sportivi nazionali: "il primo calciatore di nazionalità irachena a vestire la maglia di una società sportiva italiana".
Udinese, Atalanta, poi i dissidi tra dirigenza bergamasca e manager, dunque l’allontanamento dal calcio italiano.
Dopo una stagione negli USA con la compagine di Vancouver, la sua sfortunata esperienza in Danimarca con il Vejle per cui ha giocato una sola volta prima della rottura di uno dei legamenti del ginocchio, da agosto 2022 è componente effettivo del Rubin Kazan (Serie B russa).

Non Adnan ma Sadq  
Il primo calciatore iracheno, tuttavia, non è stato Ali Adnad ma Shiwan Sadq che nell’ottobre del 1990 era centravanti della Fulgor Salzano nel girone D (veneto-friulano) dell’allora Campionato Interregionale (oggi Serie D). 
Ma Sadq non è stato solo il primo in Italia: è stato il primo calciatore curdo-iracheno in tutto il continente europeo, battendo di qualche anno l'esordio di Karim Bovar al Malmo (1999/2000; Svezia), anch'egli curdo ma con passaporto iracheno
 
Un po’ di contesto: il girone delle due Venezie
Quel girone sopracitato rappresentava (e lo fa tutt’ora) una particolarità doppiamente locale e nazionale: gli anni della riforma della quarta serie, i cui gironi arrivavano fino alla lettera N, ma anche gli anni delle due Venezie.
Dopo il 1987 e la fusione tra la squadra di Venezia e quella di Mestre, c’è un’altra squadra in laguna: è neroverde, partecipa al girone veneto-friulano dell’Interregionale, gioca al Penzo e si chiama Venezia. Sarà, tuttavia una breve stagione, prima che la squadra arancioneroverde recuperi il diritto di utilizzo del Penzo e vinca la battaglia legale nei confronti della dirigenza del Venezia neroverde, il cui presidente era Danilo Maddalena. La retrocessione del Venezia in Eccellenza (stagione '91/'92) e il conseguente esilio al campo di Murano, ha fatto sì che la storia prendesse la piega della cessazione delle attività della squadra.
Un anno più tardi, dalle ceneri di quell’esperienza, nascerà l’Asd Venexia [1] ripartendo dalla terza categoria. Ma questa è un’altra storia.
E che, ad ogni modo, varrebbe la pena raccontare.

È iracheno, anzi no: curdo
Il passaporto dice iracheno ma in realtà Shiwan Sadq [2] è curdo. L’articolo è a firma di Margherita de Bac per il «Corriere della Sera» [3] del 12 ottobre 1990: 
«Il giorno in cui Saddam Hussein invase il Kuwait, Shiwan Ahmad Sadq sarebbe dovuto essere fra le truppe di prima linea dirette contro Kuwait City. Invece stava giocando su un campo in erba vicino a Venezia e, anziché il ricco emirato, attaccava il portiere di una squadra di calcio dell’Interregionale veneto. Ha ventisette anni ed è il centravanti della Fulgor Salzano, unico giocatore che l’ufficio tesseramenti della nostra federazione registra con nazionalità irachena».
È curdo, in realtà, e questo dato viene subito messo in chiaro da Sadq all’inizio dell’intervista, che prosegue: 
«Una volta, per sbaglio, venni coinvolto nella nazionale universitaria e dal mio nome si accorsero che ero curdo: mi tennero in panchina e non mi fecero allenare. Nonostante questo non ho mollato: noi curdi siamo famosi per avere la testa dura. Sentivo che il calcio sarebbe stato in un modo o nell’altro la mia unica àncora. Ora sono qui, guadagno e ho una vita serena […]. Diventerò architetto ma il mio sogno è fare l’allenatore di calcio». 
Ha anche aggiunto: 
«Spero che Saddam venga ammazzato, così posso fare ritorno a casa».

Scese in campo per sette volte nel girone veneto-friulano dell'Interregionale, tutte senza mai riuscire a segnare un gol. Dopodiché le tracce di Sadq - come si dice proverbialmente - si sono perse [4]: nonostante ricerche, telefonate e interviste a persone che – a vario titolo – orbitavano attorno alla Fulgor (così come ad altre squadre di quel girone che esistono tutt'ora), non sono riuscito a reperire informazioni ulteriori sul calciatore.

La squadra del centravanti curdo-iracheno quell'anno si attestò nella metà bassa della classifica, all'undicesimo posto. 

Note e un'avvertenza


Avvertenza: Nell'articolo del Corriere della Sera il nome del calciatore viene riportato con la dicitura Sadq, sebbene sia facile presupporre si tratti di Sadiq. Non avendo, tuttavia, prove che testimoniano la supposizione, ho deciso di conservare la dicitura così come riportata dalla giornalista del Corriere della Sera

[1] Il piccolo Venexia, nonostante si muovesse nell’alveo del dilettantismo veneto, “infiniti addusse lutti” a Zamparini, come testimoniava il «Corriere della Sera» in un articolo del 1 settembre 1996: 
«Maurizio Zamparini, presidente del Venezia, ha dichiarato guerra alla giunta Cacciari: "Mi fanno la guerra: l’ultimo sgarbo è stata la decisione di concedere lo stadio al Venexia (Prima Categoria). A questo punto, la mia squadra andrà via da Venezia e giocherà altrove. Sono pronto a restituire i soldi agli abbonati e a fare del Venezia un club privato. Alle partite del campionato di B assisteranno soltanto spettatori ad invito". Destinazioni possibili: Padova o Trieste»
(s.e), Il Venezia fugge. «Si va a Trieste», «Corriere della Sera», 1 settembre 1996.

[2] Utilizzo il presente indicativo perché ad oggi Sadq avrebbe poco più di 50 anni e ci auguriamo non sia deceduto.

[3] Margherita de Bac, Shiwan, l’uomo che in nome del pallone è sfuggito a Saddam, «Corriere della Sera», 12 ottobre 1990.

[4] Prima della Fulgor Salzano vestiva la maglia dell'AC Moncalieri. Vi rimase per cinque anni, quando la squadra della città militava nel girone A dell'Interregionale. Poi il trasferimento in Veneto.