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Visualizzazione dei post da maggio, 2023

Felici e Conflenti a Testaccio [per voi grazie alla "Foto storte production"]

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  La "Foto storte production" è un marchio registrato del blog Sostiene Piccinelli. [Ma non è un vanto, eh. Cioè: le faccio storte davvero] Gli sventurati che hanno a che fare con questo blog si saranno resi conto che, di tanto in tanto, mi involo in cose che mi riescono molto male. Una tra queste è senza dubbio la fotografia. Nell'uggiosa e temporalesca giornata di ieri [27 maggio 2023], ho appreso che la mia amica tamburellista Chiara sarebbe stata a Roma, tornandovi dopo il trasferimento calabro, assieme al suo fidanzato (zampognaro con le contro zampogne) e il suo gruppo. L'occasione valeva la pena dell'imbarco Torre Maura - Testaccio per andare ad ascoltare un po' di Calabria, di Conflenti in particolare.  "Felici e Conflenti" è il festival di tradizione, musica e cultura popolare che da qualche anno sta assumendo importanza sempre meno circoscritta al Reventino e sempre più "extra regionale". Per utilizzare le parole degli organizzat

La Borgata non sa più vincere: è débâcle a Ciampino. [A nulla è valso il gol di Mascioli]

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Chissà chi è stato a pronunciare, o a tradurre da qualche legge chimica lavoisieriana, il detto per cui ogni azione ha una reazione. Un proverbio che potremmo applicare a qualsiasi azione umana, calcio compreso. Il punto è che oggi non c'è stata alcuna reazione ma solo "azione" unilaterale da parte del Ciampino. E dire che i pronostici c'erano tutti: la squadra era tornata di nuovo al completo con Poma tra i pali, Chimeri e Brigazzi in difesa, Di Stefano e Piccardi sulle fasce.  Non è bastato. La Borgata scende in campo esattamente come la scorsa settimana, in cui si scontrava (pareggiando) con l'altra squadra castellano-portuale (Ciampino City Futsal , che però gioca a calcio a 11 ). E, quindi, com'è che è scesa in campo? Con la testa fra le nuvole.  Il Ciampino, viisibilmente scottato dalla trasferta contro il Torrenova di sette giorni fa, vuole rifarsi prima di subito e attacca immediatamente. Passano 12  minuti e De Maio sigla il primo gol della nefasta m

Sono stato centrista prima di te - [Atlante Editoriale]

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«Sono iscritto di Italia Viva, sono un dirigente di Italia Viva e sarò iscritto al Terzo Polo quando terminerà il suo processo di costituzione del partito unico, ragionevolmente entro l’anno» 1 . Era quello che affermava Matteo Renzi il 5 aprile [2023] alle domande poste nel corso della conferenza stampa di passaggio di consegne nella direzione del ‘Riformista’. Il neo direttore (conferenziere, senatore, già Presidente del consiglio dei ministri, già segretario del Partito Democratico, già sindaco di Firenze) avrebbe aggiunto asserendo che in quel momento non fossero in essere nomi di candidati di Italia Viva ma «solo Calenda». “Cosa ne pensa Calenda del suo approdo al ‘Riformista’?”, interrogavano variamente i giornalisti presenti alla Stampa Estera. Serafico, rispondeva: «Mi è parso entusiasta». Neanche dieci giorni più tardi arriva la rottura e il terzo polo non esiste già più. Certo è che l’unione tra i due sembrava essere stata frutto più di un atto di opportunismo che altro: Dopo

Tra la Barbagia e il West [di Daniele Poma]

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È notizia degli ultimi tempi che il prossimo stadio del Cagliari calcio sarà intitolato all’uomo più iconico dell’arte pedatoria sarda: Gigi Riva. L’eccezionalità del fatto sta innanzitutto che il grande Gigi Riva è vivo e lotta insieme a noi, anzi ha ribadito con tutti gli scongiuri del caso che per lui rimane un onore. Allora a noi di sportpopolare.it ci sembrava giusto approfondire il tema «Riva», con una recensione del libro di Luca Pisapia edito da Milieu edizioni nella collana Parterre . Copertina del libro bella, con una foto di Riva con un sombrero e un volto glaciale rivolto verso ignoti. La fotografia è adatta perché riassume in parte l’anima western del libro. Apprezzatissima anche la scelta di usare le minuscole per il titolo e per il nome l’autore, come azzeccata la citazione di Gianni Mura nella quarta di copertina. Nel merito il libro un mix tra saggio, romanzo e biografia si erge la figura mondiale fascinosa e granitica di uno dei più forti calciatori italiani di sempre

Musica triste (con diluvio) al "Vittiglio"

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Antonio Tabucchi avrebbe descritto la giornata di oggi con l'espressione "un giorno da chiodi" . Giornata storta , giornata piovosa , temporalesca e tropicale al tempo stesso , a seconda del movimento delle nuvole. Lampi e tuoni in lontananza . Campo pesante e cuori sospesi. Finisce 2-2 contro il Ciampino City Futsal , squadra riguardo cui non smetterò mai di porre in rilievo (a costo di ripetermi e di sembrare più pedante di quanto non sia già) la totale irrazionalità del nome . Sembra una battuta dei film di Aldo, Giovanni e Giacomo: «'Cazzo ti chiami a fare futsal che giochi a calcio a 11, daaaaai!». Cose così. Ma veniamo a noi.  La Borgata entra in campo un po' spenta e la squadra ospite (pesantemente rinnovata nei ranghi rispetto a quella incontrata nella partita d'andata a Santa Maria delle Mole) ne approfitta subito : al 5', complice una marcatura andata a vuoto di Capuzzolo. Simonetti, lasciato solo in area, ha tempo di stoppare e aggiustare il

Ma non se po' arrotondà? - Discorsi da bar

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Dice: «Quindi professò possiamo sta tranquilli st'estate?» Dico: «Eh vediamo» Dice: «In che senso scusi? Non è 5 e qualcosa di media?» Dico: «Eh tocca vedè quant'è sto "e qualcosa" » Dice: «Eh tipo cinquevirgolaventi» Dico: «Io qua leggo cinquevirgolazeroquattro». Dice: «Vabbè» Dico: «È cinque» Dice: «Ma non se po' arrotondà, professò?» Dico: «Ma certo, possiamo fa cinquevirgolazerocinque» Dice: «Ma che vordì?» Dico: «Eh, vordì che c'ha 5.» Dice: «Ma io avevo capito che i professori potevano arotondà n po'» Dico: «Eh, sì, ma no i miracoli» Dice: «Quindi sta a mette r debito?» Dico: «Quindi io sto lasciando 5 per il consiglio finale, poi si vedrà» Dice: «Quindi nii posso fa i bijetti pe l'aereo pe tutti e quattro?» Dico: «Io aspetterei» Dice: «Ma non se po' proprio arrotondà, eh?» Dico: «E certo, l'avemo già fatto: cinquevirgolazerocinque, o no?»

Cosa resta della memoria de «L'Unità»?

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«Saremo un giornale socialista, garantista e cristiano. Che cercherà di tenere insieme Gramsci, Rosa Parks, Roncalli, Mandela e Pannella. Dateci una mano». Al netto delle contraddizioni ideologiche esposte, si chiude così l’editoriale firmato dal nuovo direttore de «L’Unità», Piero Sansonetti. La banda rossa sotto la testata ricorda la direzione dell’era Veltroni ma la sostanza è tutt’altra: la proprietà è cambiata ancora e la vicenda assomiglia moltissimo a quel che Gadda nel “Pasticciaccio brutto de via Merulana” classificava come uno “gnommero” in cui le “inopinate catastrofi” non sono mai “la conseguenza o l’effetto d’un unico motivo, d’una causa al singolare: ma sono come un vortice, un punto di depressione ciclonica nella coscienza del mondo, verso cui hanno cospirato tutta una molteplicità di causali convergenti” . Queste causali convergenti, che vanno a formare poi lo gnommero, sono tutte rintracciabili dal giorno in cui l’organo di informazione del Partito democratico cessò di