Un blog in cui scrivo tutto quello che mi occupa e mi pre-occupa. Ma anche di molto (troppo) altro.
«Il Governo difende gli interessi di una parte. Rdc? Con 3/4€ l’ora non si va da nessuna parte: subito salario minimo» - Atlante Editoriale
"Rinascita" in tutto e per tutto
Un anno è [già] passato. Necessità di “Rinascita” e di un chiarimento
Stamattina (28 dicembre 2022) ho pubblicato un articolo su «La Rinascita - delle Torri».
Chiarisce un po' di cose successe da un anno a questa parte, si toglie qualche sassolino dalla scarpa ma con la volontà di scrollarsi di dosso un po' di torpore e di ripartire.
Rinascita significa anche questo.
Si può leggere qui: Un anno è [già] passato. Necessità di "Rinascita" e di un chiarimento (larinascitadelletorri.it)
Mille e un emendamento, mille e una notte per la legge di bilancio - Atlante Editoriale
"Siamo nati per soffrire": pareggio casalingo contro un'indolente (ma corsara) Alba Roma 1907
«Canta a squarciagola alla finestra / Che il dolore piano svanirà /Torneremo presto sulla strada / Tutto il mondo intero ci vedrà».
La Bandabardò e Cisco la sanno lunga e in "Non fa paura", la canzone che ha dato il nome al disco uscito quest'anno, lo dicono chiaramente: qualsiasi nube si addensa su di noi, qualsiasi possa essere il dolore che ci attanaglia, presto svanirà.
E si tornerà a cantare a squarciagola. Tutto il mondo intero ci vedrà.
«Volevamo fasse il Natale 'n tranquillità: non ce l'abbiamo fatta», Poma saluta a fine partita ma non si rammarica: sorride. Magari amaramente. Ma sa (perché lo sa) che il tempo è proverbialmente galantuomo e porta sempre a termine quel che deve, anche se il cielo è fosco sui gordiani e anche se sembra che si debbano aspettare giorni infiniti.
Il tempo sa agire su qualsiasi ferita.
La partita non comincia benissimo per nessuna delle due compagini: dopo cinque minuti il 9 ospite (Durante) è costretto ad uscire per un problema muscolare; al decimo la medesima cosa accade in casa granata: entra Chieffo al posto di Proietti.
Entrambi gli allenatori provvedono ad effettuare sostituzioni mirate: Chieffo da' profondità al gioco di mister Amico e la squadra (ancora senza Piccardi) ne beneficia evidentemente.
Nel segno di Jimmy Fontana: «gira il mondo gira / nello spazio senza fine»
Il primo tempo è tutto della Borgata e, anche se al quarto d'ora la partita sembra acquietarsi, è solo la calma prima della possibile tempesta. Dico possibile perché tra una punizione di Mascioli (19') e un colpo di testa di Ciamarra, al 20' la Borgata rimedia un rigore. Iniziativa di Di Stefano, su assist di Chieffo: il 7 sguscia via tra gli ospiti in maglia biancoverde (Gianfranco Zola, ora pro nobis) ma viene "abbattuto" al centro dell'area difesa da Moccia. L'arbitro indica il dischetto: è il momento della possibile svolta.
Ma se «il mondo gira» come cantava Jimmy Fontana, anche l'asse della rotazione terrestre della sfortuna non sta fermo: Mascioli dal dischetto lascia partire un tiro molto potente che Moccia para con la mano sinistra. E il risultato rimane fermo sullo 0-0.
Ecco perché siamo nati per soffrire. Ma non è finita: in fondo siamo solo al 22' della prima frazione di gioco.
Il 10 granata non si da' per vinto e ci riprova tre minuti dopo: ancora una volta una percussione di Chieffo lascia sul posto i difensori ospiti ma Mascioli manda sopra la traversa a distanza ravvicinata, più precisamente si sarebbe definito un "rigore in movimento". Disperazione e grida verso il cielo.
"È un'altra di quelle giornate", si inizia a rumoreggiare sui gradoni.
Una di quelle in cui la Borgata è protagonista della partita ma niente va nel verso giusto.
L'unica occasione ospite si presenta al 44': Casini elude tutto il comparto difensivo granata e arriva fin sotto la porta difesa da Poma. L'estremo difensore blinda e serra ogni ipotetico pertugio: è ancora 0-0.
Un minuto dopo, su una serie di calci d'angolo tutti a favore della Borgata, arriva (finalmente!) l'1-0: Zagaria svetta su tutti e riesce a trafiggere l'attento Moccia.
Secondo tempo: «il mondo! non si è fermato mai un momento!»
Uno potrebbe dire: "ma mo perché sta cosa con Jimmy Fontana?".
La domanda è lecita, la risposta è la seguente: è andata com'è andata, prendiamola a ridere che è meglio. O, per dirla come s'è detto poi sui gradoni: «Vabbè, dai: un punto è meglio de zero!».
Bisogna essere positivi e sdrammatizzare. In qualsiasi circostanza.
L'Alba Roma comincia a farsi vedere nei primi dieci minuti della ripresa: la Borgata accusa il colpo ma non si scompone. Al 23' si presenta l'occasione d'oro per la squadra di casa: Alfonsini è solo davanti a Moccia ma l'estremo difensore ospite carambola sul pallone tra i piedi del 4 granata e interrompe d'imperio l'azione. L'attimo fuggente mancato, la minaccia sventata dall'estremo difensore. Tanto più la Borgata ci prova (Cicolò al 26' e al 31', Mascioli al 27', Di Stefano al 35'), quanto più l'Alba sembra incassare silenziosamente.
E come in quegli incontri di boxe da film hollywoodiani, per cui anche il pugile più scarso se incassa per otto riprese alla fine riesce a vincere, nonostante sia completamente tumefatto, l'Alba Roma riesce a trovare il gol del pareggio al 42'.
Stessa identica dinamica della rete di Zagaria: su sviluppo di calcio d'angolo.
Da quel momento comincia una partita nella partita fatta di tensioni, di nervosismi, di cadute lunghe tre minuti, di mani in faccia anche se si è caduti sul braccio sinistro, di lanci nell'iperuranio, di allenatori che provocano e - alla fine - ci rimettono altri al posto loro.
Partita - tamburo - appunti da prendere - tabellino da scrivere (e numeri della squadra ospite che non andavano da 1 a 11. Argh!) |
Il tabellino della nona giornata di campionato | Seconda Categoria Laziale | Girone F
BORGATA GORDIANI - ALBA ROMA 1907 1-1
MARCATORI: 45'pt Zagaria (BG), 42'st Casini(AR)
BORGATA GORDIANI: Poma, Proietti (10'pt Chieffo) Segatori (15'st Colavecchia), Alfonsini, Mascioli F., Zagaria, Di Stefano, Cassatella (50'st Chiarella), Ciamarra (17'st Cicolò), Mascioli M., Pompi (35'st Corciulo). PANCHINA: Franco, Barsotti, Chimeri, Colavecchia, Schiaroli.
ALLENATORE: Fabrizio Amico
ALBA ROMA 1907: Moccia, Marucci (25'st Amante), Miniucchi (37'st Lucchetti), Moretti, Ninni, Bonacci, Callipo (9'st Callegaro), Casini, Droghini (41'st Salvatore), Durante (5'pt De Pasquale), Gobbi PANCHINA: Lombardo, Biondi, Callegaro
ALLENATORE: Massimiliano Marucci.
ARBITRO: Giovanni Valente (Ciampino)
NOTE: Espulso al 51'st Mascioli M. (BG) per doppia ammonizione.
Ammoniti 8'st Droghini (AR), 8'st Casini (AR), 46'st Mascioli F. (BG), 46'st Mascioli M. (BG), 46' st Lucchetti (AR), 49'st Marucci (allenatore Alba Roma 1907, già richiamato dal Direttore di gara nel corso dei primi minuti della ripresa).
Recupero: 1'pt - 3'st (8' effettivi)
Alba Roma 1907: il prossimo avversario della Borgata Gordiani ha radici lontane
È il 1907 quando nell’osteria di Umberto Farneti, nel cuore del quartiere Flaminio, si affollano i clienti per brindare a vino dei Castelli Romani: è nata l’Alba, che da piazzale Flaminio fino a Trastevere vuole regalare una grande squadra di football alla gente, per emulare Lazio e Virtus che si sfidano nei derby fin dal 1904. E proprio alle spalle del Lungotevere Flaminio, dove ora c’è il Maxxi e non molto lontano dall’Auditorium, c’era il campo di piazza Melozzo da Forlì dove le casacche bianche con banda orizzontale verde dell’Alba davano battaglia. E’ solo nel primo dopoguerra però che l’Alba riesce a raggiungere significativi risultati nel girone capitolino di Prima Divisione. Per ben tre volte consecutive tra il 1924 e il 1926 raggiunge la finalissima per il titolo di campione del Centro-Sud. Perde nel 1924 contro il Savoia, l’anno successivo batte l’Anconitana e si gioca lo scudetto contro il Bologna.
I felsinei vincono 4-0 allo “Sterlino” e passano 2-0 a Roma, aggiudicandosi il primo titolo della loro storia. Il bis nel 1926: l’Alba è campione centro-meridionale battendo l’Internaples, ma subisce nel doppio confronto con la Juventus per lo scudetto un bruciante 1-12. Le due finali tricolori si giocano allo Stadio Nazionale: nel frattempo l’Alba, dopo la fusione con l’Audace, si sposta al Motovelodromo Appio, e come Alba Audace partecipa al campionato di Divisione Nazionale 1926/27. Al momento della fusione nell’AS Roma, rappresenta con la Fortitudo l’anima popolare del club. Quella più aristocratica, saltata l’inclusione della Lazio nell’operazione, viene incarnata dal Roman, che offre al nuovo club un’organizzazione dirigenziale d’avanguardia. L’Alba offre invece alla nuova Roma un parco giocatori di assoluto rispetto, come Bianchi, Degni, Mattei, Fasanelli, Ziroli, Luduena e il portiere Ballante.
Per chi avesse tempo e voglia, a questo link Sostiene Piccinelli : La variegata galassia calcistica capitolina all’alba del XX secolo: 1907–1927 troverete anche l'articolo (fluviale, avverto) che ho scritto per quel numero del Corriere di cui l'edizione digitale sembra essere andata perduta.
La Società Sportiva Trastevere sorgerà proprio da quell'Alba bianco-verde di cui aveva tratto il titolo sportivo. Un fatto più che ordinario nella storia recente del football (ancorché vagamente molto triste per fatti più che spiacevoli ad esso connessi).
«Abbiamo raggiunto un accordo con Aldair, con la sua società Alda Roma, che ci darà una mano per quanto riguarda la scuola calcio. Aldair sarà il responsabile tecnico della scuola calcio».
«Alla sede dell’Alba, una delle più antiche società della capitale, sono arrivate richieste da tutta Italia ma anche Europa, America Latina, Stati Uniti e Australia. Anche la As Roma ha voluto esporne una nella sua sala maglie di Trigoria, inserendo la maglietta all’interno del suo archivio storico. Per soddisfare tutti è stato creato l’Alba Roma 1907 Official Online Store che, grazie all’accordo con Sportuno, permetterà a chiunque di acquistare e ricevere a casa una delle quattro maglie prodotte».
Ma di questo, magari, sarebbe proficuo parlarne in seguito, magari a margine della partita di domenica 18.
Tutto bello, però...
Ovviamente quella delle 15:00 al "Vittiglio".
La parte giusta della storia, "no professò?" - Discorsi da bar
Dice: «O sSudio daa sSoria è quello, poi, no professò? * Che poi a sSoria a fanno sempr'ivincitori, no professò?»
Dico: «Cioè?»
Dice: «Eh, ch'aa scrivono quelli che vincono, no professò?»
Dico: «Ma non è sempre detto, eh» [provo a prendere le verifiche fra le mani così da mostrare la mia volontà di deviare il dibattito]
Dice: «E come no, no professò?»
Dico: «Eh, ma mica è sempre detto»
Dice: «Eh ma ce sSanno certe epoche sSoriche che a fanno chi vincono eh, no professò?»
Dico: «Eh, oddio, secondo me no»
Dice: «Vabbè, ma è che n certe fasi n se capisce nemmeno, eh, no professò?»
Dico: «Vabbè, comunque, per tornare a parlà dei voti di suo figlio...»
Dice: «Eh ma pure qua, io sarei p'abbolilli sti voti, metterei i ggiudizZi, no professò?»
Dico: «E qui apriremmo un dibattito infinito»
Dice: «Tipo: n'America mettono i voti A, B, C, D etc, no professò?»
Dico: «Che nfatti è sbagliato»
Pietrificato dalla mia contrarietà nei confronti della pedagogia statunitense, strabuzza un po' gli occhi e non parla più. Forse sono stato troppo duro...
* qui, l'interlocutore fa compiere un ampio gesto alle braccia e alle mani. I palmi li rivolge verso l'alto e, da che prima erano allontanati all'altezza delle spalle, ora sono congiunti come quando ti facevano recitare il Padre nostro alla recita di Natale. Se non ve l'hanno fatto fare, evidentemente non avevate Suor Monica come preside inossidabile del vostro I.C.
Domenica storta per la Borgata: finisce 2-0. [Road trip to Cecchina]
Al campo comunale di Via Spagna, in cui disputa le proprie partite la Pro Calcio Cecchina (Prima categoria), va in scena l'ottava giornata di Seconda Categoria (Girone F): Lucky Junior - Borgata Gordiani.
Porchetta e cicoria (il link ipertestuale al titolo del paragrafo è per pochissimi)
Mai partire negativi: il pranzo à la garibaldina è stato sostituito da una tavolata di dieci gordiani in pieno centro del paese.
Il roadtrip to Cecchina è iniziato subito con una imprescindibile sosta alimentare, sebbene il pasto fosse arrivato dopo l'abbondante colazione dell'appuntamento gordiano.
Le scelte sono state poche e obbligate: necessaria porchetta con vino più o meno corroborante, imbottigliato nelle bottiglie di vetro che, un tempo a ben vedere, avrebbero potuto contenere dell'aceto.
"Ce divide sto maritozzo a metà, per favore?"
"E certo: te stava a aspettà a te, sto maritozzo, tiè". La signora-proprietaria del bar impugna il coltello e con un misto di curiosità e leggiadria alimentare inizia a tagliare teneramente l'imponente dolce ripieno di panna: non vedeva l'ora, evidentemente. Poi, la seguente e geniale richiesta per un secondo maritozzo, sempre da dividere a metà: "Scusi, signò, che me rifà 'a magia co st'altro maritozzo?". L'atto magico consisteva nello sporzionamento del dolce.
E, dopotutto, domenica 18 giochiamo in casa contro l'Alba Roma.
Il tabellino dell'ottava giornata di campionato | Seconda Categoria Laziale | Girone F
LUCKY JUNIOR - BORGATA GORDIANI 2-0
MARCATORI: (Rig.) 37' st Frau, 40'st Galante
PANCHINA: Capuani, Vitullo, Chimeri, Barsotti, Michelangeli.
ALLENATORE: Fabrizio Amico
Ammoniti: 31' pt Frau (LJ); 9'st Mascioli F. (BG), 22'st Proietti (BG), 25'st Armeni (LJ), 30'st Moretta. Recupero 3'pt - 6'st.
Dare un nome alle cose: "Geostoria" e il faraone Mubarak. [Considerazioni tremendamente inattuali]
Le varie leggi di riforma del sistema scolastico che si sono avvicendate nel corso del trentennio appena trascorso, hanno lasciato (e lasceranno) solchi profondi nella strutturazione dell'insegnamento e della percezione delle materie da studiare nei confronti degli studenti.
Affermare quel che ho appena scritto, in effetti, rappresenta la più concreta rappresentazione di una frase fatta.
La geografia inutile
Frase fatta eppure quanto mai vera, mi spiego meglio: la cosiddetta Riforma Gelmini - vale a dire quel complesso di atti e leggi normate e racchiuse nel D.P.R. (89/2010) - ha (tra le altre cose) ridotto il monte ore dell'insegnamento di storia e geografia negli istituti di istruzione superiore (a prescindere dalla differenziazione d'indirizzo o tipologia).
Nelle intenzioni dell'allora Ministra c'era la volontà di eliminare l'insegnamento di geografia tout court, scriveva Maria Novella de Luca su «Repubblica» il 1 febbraio 2010 [1]:
«Erosa come una roccia di tufo, sforbiciata dai programmi ministeriali, spesso ristretta nel solo mondo accademico, la geografia sta per scomparire dalle scuole italiane.Scienza dei luoghi e delle connessioni, sempre più geopolitica, geo-economia, geo-società, con la prossima riforma dei licei e degli istituti superiori decisa dal ministro Gelmini, l'insegnamento della geografia, già decapitato dai governi precedenti, sarà eliminato del tutto, o confinato nell'oblio di poche ore residue».
«Tale disciplina [la geografia] appare superflua nel mondo immaginario indicato dalle famose tre "i" del Cavaliere: inglese, internet, impresa». [2]
«Questa società: non ha più bisogno di mappe, bussole, atlanti, carte geografiche. Basta il Gps. Ciascuno guidato da un satellitare o dal proprio cellulare. In auto ma anche a piedi, in giro per la città. Una voce metallica, senza accento. "Ora girare leggermente a destra, poi andare dritto per 100 metri". Ma se finisci contromano, una marea di auto che ti corre (in)contro; oppure davanti a un muro, a un divieto di circolazione, e ti fermi, preoccupato, si altera: "Andare dritto!!". E quando cambi direzione, per non essere travolto, non si rassegna e ordina: "Ora fare inversione a U". Anche se hai imboccato una strada a senso unico».
Non a caso l'Alternanza-Scuola-Lavoro viene chiamata Percorso per le competenze trasversali e l'orientamento.
«il funzionamento delle società e sul modo in cui le distanze e la lontananza ne influenzano variamente le attività. Il corpo sociale somiglia a una macchina: perché funzioni bene, le sue parti devono articolarsi tra loro in modo efficiente» [4].
Proprio grazie a quella tendenza di modificazione del tessuto economico e geografico (umano!) che viene presentata come migliorativa di una situazione pre-esistente.
Mi è sembrato di sostanziale attualità.
Stretti margini “di manovra”: l’importante è non disturbare - Atlante Editoriale
Sarà stata certamente una svista, perché – in fondo – un difetto di pronuncia capita a tutti, specialmente se nelle prime fasi di un nuovo incarico così gravoso di responsabilità.
Vien da pensare, tuttavia, alla teoria del lapsus cui comunemente viene associato il nome del dott. Sigmund Freud.
Ma anche perché la situazione è ben diversa da quanto la narrazione del capitalismo nazionale lasci trapelare, nonostante le dichiarazioni di Carlo Bonomi a proposito della manovra del Governo: «Se rallenta l'economia e tu prepensioni, chi se ne va non sarà sostituito. E se riprende a correre l'economia e mancano i profili richiesti, non riesci ad assumere quelli che servono. Non è colpa nostra».
Così come c’è da rilevare il fatto che l’Italia sia «l’unico dei paesi OCSE in cui c’è stata una riduzione del salario medio tra il 1990 e il 2020 (circa 3 punti percentuali) e nello stesso periodo sono aumentate anche le disuguaglianze salariali, in particolare tra gli anni ’90 e la seconda metà della prima decade degli anni 2000. Nel periodo tra il 1990 ed il 2017 l’indice di Gini [2] del reddito da lavoro è passato da 36.6 punti nel 1990 al valore di 44.7 nel 2017».
Per provare a invertire la tendenza c’è bisogno di un lavoro su più fronti: «Occorre un salario minimo decente, contrastando, anche grazie al rafforzamento della contrattazione collettiva, sia la concorrenza al ribasso dei salari sia la frammentazione delle categorie contrattuali. Occorre più lavoro: la bassa intensità lavorativa è all’origine della povertà di tanti lavoratori.
E occorre porre fine alla moltiplicazione delle forme contrattuali non standard nonché rivedere il sistema degli ammortizzatori sociali e degli eventuali sostegni al reddito di chi resta lavoratore povero».
Questo non ci ha impedito di dare segnali come la decontribuzione, il taglio al cuneo fiscale, il rinvio della ‘Sugar e plastic tax’, il dimezzamento della tassazione sui premi di produttività e la detassazione dei ‘fringe benefit [3]’. Più della metà delle risorse che abbiamo messo in campo è destinata alle aziende», ad ammetterlo è Giorgia Meloni stessa nella lunga intervista concessa al «Corriere della Sera» martedì 29 novembre [2022] a cura di Luciano Fontana. Pacificato il settore aziendale, dato l’incalzare di Bonomi, si attendono nuove dai vertici della direzione generale della commissione europea che si occupa di Pnrr e conti pubblici: il parere dell’Ue è fondamentale per il placet alla manovra che, ad ogni modo, sta già cambiando pelle e per cui il tempo stringe. Il reddito di cittadinanza potrebbe essere mutuato da lavori stagionali o saltuari (dunque andando a rendere ancora più precario un settore che ha subìto un’involuzione in termini salariali e di stabilizzazione); l’opzione donna per far sì che le lavoratrici possano andare in pensione “salta” e viene aumentata a 60 anni l’età minima per accedervi. Si procederà a tappe forzate in Parlamento e, verrebbe da scommetterci, a suon di voti di fiducia per rispettare il crono-programma (di cui «L’Atlante» aveva dato conto [4]).
La proverbiale “coperta” è dunque sempre “corta”: «Purtroppo abbiamo una finanziaria con pochi spazi di manovra, ma il governo ha l’ambizione di durare cinque anni», ha dichiarato il Ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ceriani. Il Paese abbia comprensione e, soprattutto, sarebbe meglio non disturbare: “stiamo lavorando per voi”. Il Governo durerà: tutto sta nel non turbare l’Ue, i mercati, il capitalismo nazionale.
Note:
[1] Per riascoltare la svista: 5:10 https://www.youtube.com/watch?v=mxso9k92eGE&ab_channel=Fratellid%27Italia
[2] «L’indice di Gini dei redditi è un indicatore che misura quanto concentrati essi sono in un certo numero di persone. Vale zero quando i redditi sono distribuiti in modo perfettamente uguale fra i soggetti, e 100 quando invece vi è massima disuguaglianza».
Infodata, L’indice Gini e le nuove mappe della disuguaglianza in Italia, «Il Sole 24 Ore», 24/10/2021.
[3] Cioè i beni aziendali non in denaro: buoni pasto su tutti, ma anche buoni acquisto in generale e via dicendo. Nel lessico aziendale il termine può anche voler significare l’emissione di un benefit una tantum ma sotto forma di acquisti di azioni societarie (le stock options).
[4] https://www.atlanteditoriale.com/it/macrotracce/it-uno-spettro-si-aggira-per-montecitorio-lo-spettro-dellesercizio-provvisorio/
Il cuore granata regge per 89 minuti, poi la beffa
Scherzi a parte: il confronto tra le parti è serrato e molto “tirato”.
Il Torrenova cerca di imprimere subito il suo gioco e nei primi venti minuti è la compagine ospite a gestire la partita.
La prima frazione di gara finisce a reti bianche con solo un paio di occasioni create dai gordiani.
Ricominciando dall’inizio.
E se lo scriveva Antonio Gramsci, c’è da star tranquilli.
Il Tabellino della sesta giornata di campionato | Seconda categoria | Girone F
Note: Ammoniti 27'pt Ciamarra (BG), 20'st Ticconi (T), 39' st Battistini (T) Recupero 2'pt – 3’st
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