Liceo del Made in Italy, un progetto nato per il compiacimento di un capitalismo agonizzante

Che le parole di Giorgia Meloni sul liceo Made in Italy siano state una boutade lo hanno pensato in tanti. Che, però, ci fosse un disegno di legge delega depositato al Senato della Repubblica il 25 gennaio di quest'anno in pochi lo sapevano (qui il testo completo). Il documento è stato presentato dalla senatrice di Fratelli d'Italia Carmela Bucalo: 
«L'obiettivo - ha spiegato Bucalo all'ANSA il 3 aprile subito dopo la dichiarazione di Meloni al Vinitaly - è creare figure specialistiche che permettano di avere un patrimonio culturale sia in campo giuridico che tecnico per avere professionisti altamente specializzati. Quello attuale è un mercato sempre più in evoluzione, risentiamo dell'agguerrita concorrenza della Cina e dobbiamo salvaguardare le piccole imprese e tutelare i prodotti del Made in Italy».
Una caratterizzazione linguistica inglese che va a compiacere la percezione che ha dell'Italia un capitalismo agonizzante ma a cui il governo tiene tantissimo. Alla faccia della cultura e della tradizione. 
«Abbiamo percorsi di studio molto lunghi e il mondo del lavoro richiede invece una formazione che si adatti velocemente ai cambiamenti che richiede il mercato» ha proseguito Carmela Bucalo nell'intervista rilasciata all'agenzia ANSA. 
L'ottica "mercatista" in cui si muoverebbe l'esecutivo per creare questo nuovo indirizzo di studi fornisce,  qualora ce ne fosse ancora il bisogno, l'immagine chiara dell'indirizzo del capitalismo nazionale riguardo la scuola e l'istruzione: formare giovani non si traduce nell'abituarli ad un lavoro di crescita e di critica, di approfondimento e di formazione del senso critico bensì progettare "unità di produzione" da poter impiegare nel mondo del lavoro (mercato, pardon) nel più breve tempo possibile. 
La scuola diventerebbe, così, una sorta di "grande parcheggio in attesa del diploma" che sarà poi il vettore per poter accedere ad un mercato del lavoro in cui è sempre più ossessivamente (e spesso strumentalmente) richiesta professionalità e competenza certificata (da enti privati e che costano un sacco di soldi).
Se non la si ha, può andar bene la condizione semi-schiavile dei lavoratori agricoli o della ristorazione. A proposito di made in Italy. Reiterando, o giocando a farlo, il ritornello per cui una scuola ad indirizzo tecnico porti in dote più sbocchi lavorativi agli studenti di un liceo classico. Inutile, peraltro, l'indirizzo umanistico, per costoro. "Storia, filosofia, latino e greco: jamais!".

Una sorta di bicefalismo, quello riservato al Made in Italy che farebbe bene solo a chi può trarre profitto di manodopera a basso costo e non certo a studentesse e studenti che si approcciano ad un percorso di studi in età adolescenziale. 
E poi, il mio preferito, il riferimento al "colmare il vuoto che c'era nell'offerta scolastica italiana". 
La fragolina di bosco sulla torta mimosa colma di menzogne. 

Per chi ha stomaco forte, di seguito si inseriscono stralci dal Ddl sul progetto del "liceo del made in Italy", ricordando che il testo completo è alla terza riga del post:

 
Occorre puntare su studi quali la storia dell'arte, base della coscienza del nostro passato artistico, puntando con sguardo critico alla geografia, in particolare economica della nostra Italia, per la cognizione dei comparti produttivi e per le zone di provenienza. La carenza strutturale di competitività e i cambiamenti radicali nelle attività politiche ed economiche globali, dovuti al fatto che le Nazioni emergenti stanno offrendo importanti opportunità di sviluppo e, in alcuni casi, performance al di fuori del normale, hanno sollevato una significativa preoccupazione circa la capacità dell'economia italiana di mantenere e conquistare un posizionamento significativo nello scenario globale del terzo millennio. Questo avviene soprattutto per le piccole e medio imprese, che costituiscono la maggioranza delle imprese del Made in Italy che, per intraprendere un percorso di internazionalizzazione, devono affrontare molti problemi; per questi motivi risulta indispensabile avere una classe dirigenziale capace di analizzare i nuovi mercati, le opportunità di business e i processi digitali a supporto dell'export in mercati strategici per il Made in Italy. 
Per questi motivi con il presente disegno di legge si delega il Governo ad istituire il liceo del Made in Italy. Si sottolinea che il percorso liceale fornisce allo studente gli strumenti culturali e metodologici per una comprensione approfondita della realtà, affinché egli si ponga, con atteggiamento razionale, creativo, progettuale e critico, di fronte alle situazioni, ai fenomeni e ai problemi, ed acquisisca conoscenze, abilità e competenze coerenti con le capacità, le scelte personali e adeguate al proseguimento degli studi di ordine superiore, all'inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro nello scenario globale del terzo millennio.

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Questo avviene soprattutto per le piccole e medio imprese, che costituiscono la maggioranza delle imprese del Made in Italy che, per intraprendere un percorso di internazionalizzazione, devono affrontare molti problemi; per questi motivi risulta indispensabile avere una classe dirigenziale capace di analizzare i nuovi mercati, le opportunità di business e i processi digitali a supporto dell'export in mercati strategici per il Made in Italy. Per questi motivi con il presente disegno di legge si delega il Governo ad istituire il liceo del Made in Italy. Si sottolinea che il percorso liceale fornisce allo studente gli strumenti culturali e metodologici per una comprensione approfondita della realtà, affinché egli si ponga, con atteggiamento razionale, creativo, progettuale e critico, di fronte alle situazioni, ai fenomeni e ai problemi, ed acquisisca conoscenze, abilità e competenze coerenti con le capacità, le scelte personali e adeguate al proseguimento degli studi di ordine superiore, all'inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro. [...]

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