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Non è un caso isolato: si chiama patriarcato [Fotostorte production alla manifestazione dell 25-11 a Roma]














Fotostorte è un modo di essere storti
Talmente tanto che per provare a scattare una foto - venuta pure male - mi sono arrampicato e conseguentemente caduto. Niente di che: giusto una storta ad una caviglia già martoriata su cui c'è stato il pronto intervento del personale sanitario (alias: Maria).
L'imbranataggine in una sequenza:



Fotostorte letteralmente parlando





«Piantedosi chiarisca», l’interrogazione di Zanettin sull’assalto alla sede della Cgil - Atlante Editoriale

Lunedì mattina il senatore Pierantonio Zanettin (Forza Itali), componente della Commissione Giustizia del Senato, ha presentato un’interrogazione con richiesta di risposta al Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi riguardo i fatti che coinvolsero la manifestazione “No Green Pass”, Forza Nuova (e rispettive figure di riferimento romane e nazionali) e il successivo assalto alla sede della Cgil avvenuto due anni fa. Il ministro allora era prefetto di Roma.

I fatti
Il 16 settembre 2021 il Governo Draghi approva un decreto legge che introduce l’obbligo di possesso della certificazione verde (“green pass”) nei luoghi di lavoro pubblici e privati [1]. Nei mesi di settembre e ottobre (il 15 di quel mese sarebbe entrato in vigore il provvedimento) si inizia a coagulare la protesta classificata in quei giorni come genericamente “no-vax”: il movimento eterogeneo, contrario al procrastinarsi delle restrizioni nonché alle misure di vaccinazione, scoppiò in occasione della dimostrazione di piazza del 9 ottobre [2021]. Il resto è cronaca di quelle ore. Nel corso della manifestazione di opposizione alla certificazione verde e alla vaccinazione obbligatoria si raduna un presidio in Piazza del Popolo che, immantinente, diventa corteo e la maggior parte dei manifestanti si sarebbe sparpagliata in varie direzioni. Il flusso più imponente è diretto alla sede della Cgil. Gruppi avrebbero raggiunto Palazzo Chigi, se non fossero stati fermati.

Gli arresti
Per quei fatti il processo ordinario è tutt’ora in corso «davanti alla sezione penale del tribunale di Roma presieduta dalla giudice Claudia Lucilla Nicchi. Castellino è sotto processo dinanzi al tribunale di Roma in composizione collegiale» ma ad ogni modo «Salvatore Lubrano, un esponente di Forza Nuova poi arrestato insieme a Giuliano Castellino [referente romano di Forza nuova], Roberto Fiore [referente nazionale del partito] ed altre nove persone con l’accusa di saccheggio, istigazione a delinquere, violazione di domicilio e resistenza» [2].


L’incognita di W1

L’avvocato difensore del primo dei forzanovisti citati è il radicale Vincenzo di Nanna (già presidente dell’associazione Amnistia Giustizia Libertà Abruzzi) e il quotidiano ‘Il Riformista’, nella persona del giornalista Paolo Comi, il 18 marzo pubblica un articolo in cui verrebbe mostrato un fatto, ricostruito a partire dal video depositato dall’avvocato sopra citato: qualcuno avrebbe aperto la sede del sindacato ancor prima dell’assalto [3]. Non ci sarebbe nome se non una classificazione: W1.

«Chi è questa persona che ha fatto entrare i manifestanti all’interno della sede nazionale della Cgil a Roma il pomeriggio del 9 ottobre del 2021?» - si chiede Comi nell’articolo - «Molto probabilmente un agente dei servizi o delle forze di polizia che quel giorno erano infiltrati nel corteo guidato da Roberto Fiore e Giuliano Castellino, i capi di Forza Nuova. Come mai? Si cercava l’incidente di piazza? Una risposta potrebbe darla il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che all’epoca era il prefetto di Roma e dunque l’autorità preposta alla tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica» [2].

L’interrogazione
Nella giornata di martedì [21 marzo 2023] il medesimo quotidiano pubblica la notizia dell’interrogazione del Senatore Pierantonio Zanettin, presentata nella seduta di lunedì 20.

Abbiamo raggiunto telefonicamente il Senatore del gruppo di Forza Italia per un chiarimento riguardo la sua iniziativa, nonché per conoscerne gli obiettivi.

«La pubblicazione del Riformista mi ha colpito», ha affermato Zanettin riferendosi all’articolo apparso sul giornale diretto da Sansonetti. «Nella mia attività parlamentare spesso utilizzo gli atti di sindacato ispettivo per mettere in luce aspetti che reputo interessanti o che possono essere inquadrati nell’attività politica riguardo il settore della giustizia, [agendo] attraverso un’impostazione di garantismo giuridico, essendo avvocato».

Quali obiettivi si è posto?
«Il mio obiettivo è quello di vedere le cose non in chiave “giustizialista e manettara”. Questo fatto [esposto dal Riformista] mi ha sorpreso. Ho ritenuto doveroso che – qualora ci fossero dubbi [riguardo la vicenda] – il Ministro debba venire a chiarire».

Zanettin precisa subito: «Non ho nessuna simpatia per il movimento “No Green Pass” né per qualsivoglia estremismo di destra o di sinistra. Sono lontano dalle posizioni di Fiore o dagli altri protagonisti di quella giornata». Tuttavia: «Da garantista, da persona che crede che lo Stato debba rispettare le proprie regole, non posso che essere stato interessato dalla notizia, dunque ho agito di conseguenza».

Dal momento che, citando dall’interrogazione presentata: «nel video [pubblicato dal Riformista] viene posto in evidenza il comportamento di un soggetto rimasto ignoto, perché non identificato dalle forze dell’ordine, e chiamato dalla polizia scientifica W1», Zanettin chiede: «se il soggetto ignoto, chiamato nel rapporto della polizia scientifica W1, appartenga alle forze dell’ordine o a qualche altro organo dello Stato».

Perché?
«Se si guarda il video pubblicato dal Riformista si vede il soggetto, questo W1, che viene identificato in diverse fasi dell’aggressione. Quella avanzata dal quotidiano è un’ipotesi ma su cui va fatta chiarezza. Il dato in più che viene citato dal giornale è il fatto che il soggetto possa essere identificato come un appartenente o dei Carabinieri o della Polizia di Stato o ancora facente parte dei servizi. È questo l’aspetto che deve essere chiarito. Non si da’ nulla per scontato, ovviamente. Ove fosse, deve essere chiaro se il soggetto ha agito secondo le disposizioni di qualcuno o secondo la propria testa, disattendendo le indicazioni che sono state [eventualmente] fornite dai suoi superiori».

Cosa cambierebbe secondo lei nell’analisi dei fatti ex post?
«Da questo punto di vista, secondo me, non cambia molto. Mi spiego: rimane un inaccettabile atto di violenza. Se c’è qualche soggetto dello Stato che ha sbagliato, è giusto che venga evidenziato ed eventualmente si porti a sanzioni disciplinari. Non è che perché c’era un infiltrato nella manifestazione, allora quella manifestazione diventa legittima! Spero che il ministro Piantedosi riferisca come il soggetto in questione non sia un membro dello Stato, così che tutto sfumi. Ove fosse il contrario, bisogna chiarire. Ci sono tante sfaccettature, come si vede, ma quale attinenza abbia questo fatto col processo in corso, francamente, non sono in grado di dirlo: mi limito a vedere i fotogrammi». E ad agire.

Note:
[1] Il link del comunicato del Governo, fino a pochi mesi fa rintracciabile digitalmente ora risulta irreperibile e la pagina inaccessibile: <https://www.governo.it/it/articolo/comunicato-stampa-del-consiglio-dei-ministri-n-36/17925>.

[2] Paolo Comi, Assalto alla Cgil, ad aprire la porta ai manifestanti fu un agente dei servizi?, «Il Riformista», 17 marzo 2023. 

 

Pubblicato su Atlante Editoriale https://www.atlanteditoriale.com/it/macrotracce/zanettin-sull-assalto-alla-sede-della-cgil/

Gli antifascisti a Torre Maura.

Foto di Andrea Guerrizio
Porto due bandiere con me usandole come alpenstock sull'asfalto: entro nella Chiesa di Sant'Agostino per guadagnare tempo e trovarmi già in Via Tobagi. Una macchina parcheggia di fronte a me, l'autista si sporge dal finestrino e mi fa: «ao, scusa, ndo se passa pe' la manifestazione?» e io «aspè: quale te serve delle due?», cercando di ridacchiare sotto i baffi per capire a quali dei due presidi facesse riferimento. 
Ride anche lui e, insieme, pure il passeggero che viaggiava sul sedile a fianco: «quella bona, no quell'altra». Ci sciogliamo dalla tensione e gli dico che è meglio se lascia la macchina dove la sta parcheggiando, può proseguire a piedi: «non è distante, anzi». Sono nato, cresciuto, pasciuto a Torre Maura e mai mi sarei aspettato di vederla blindata in quel modo: più dei giorni scorsi, ovviamente. 
I primi giorni di aprile sono stati molto pesanti per Torre Maura e per chi ci abita. 
I fatti sono, ormai, noti a tutti e non vale la pena tornarci su se non per considerazioni a margine (per chi volesse: https://sostienepiccinelli.blogspot.com/2019/04/sui-fatti-di-torre-maura.html;
https://sostienepiccinelli.blogspot.com/2019/04/torre-maura-atto-terzo.html)
Il presidio, poi divenuto corteo fino alla fermata della Metro C, ha rappresentato un segnale positivissimo per un quartiere sfibrato e stremato e ha visto una partecipazione ragguardevole di organizzazioni sociali e politiche. 
È stato un bel momento per tutti, per me soprattutto che mai avrei immaginato di sfilare in corteo lungo strade che percorro quotidianamente in macchina o a piedi.


La questione periferia
Che ci sia una questione legata alle periferie è fuor d'ogni dubbio. Questa manifestazione, se non pone le basi per una piattaforma comune di rivendicazione dei quartieri del Municipio VI tutto e di dignità degli abitanti del quartiere in primis, verrà ricordata solamente per il fatto d'essere stata una bella passeggiata sotto un sole primaverile a cui tutta la stampa (locale, nazionale, internazionale) ha dato risalto perché tenutasi ad un isolato di distanza dal presidio di Casapound. Certo, hanno sfilato personaggi con cui non prenderei neanche un caffè e da cui politicamente sono sideralmente distante: Emanuele Fiano, Matteo Orfini, Marco Furfaro. Tanto per non fare nomi. Costoro sicuramente non si saranno accorti che Via Tobagi presentava voragini in cui si poteva inciampare anche percorrendola a piedi, non solo con la macchina, così come non si saranno accorti del topo morto a Via dei colombi, poco distante da Via Tobagi. E sicuramente quand'anche l'avessero notato, avrebbero detto che la colpa è dell'amministrazione Raggi. Che è pur vero, ma è come se il Partito Democratico e il centrodestra (Forza Italia, Fd'I-AN, La Destra) non abbiano avuto occasione di governare città, municipi, provincia e regione nel corso degli ultimi 25 anni. 
In questa occasione, poi, le malelingue si sono sprecate, s'è detto che un corteo senza un'avanguardia nel quartiere non serve a nulla; che è solo una passeggiata; verrà gente che non sarà di Torre Maura ma portata tutta da fuori.
Sinceramente, queste critiche sono da rispedire al mittente o, più infantilmente, con lo specchio riflesso di quando si giocava all'asilo e si diceva "facciamo che" immaginando le situazioni più strampalate. 
I torremaurensi c'erano ed erano la maggior parte del corteo. Aggiungo: è scesa in piazza gente che non sapeva neanche come sia fatto un corteo, dunque - a maggior ragione - è stata un'occasione importantissima. In secondo luogo, la solidarietà, sia essa internazionalista, sia essa torremaurense è da accogliere e da approvare senza condizioni, specie se si tratta di una dimostrazione mai avvenuta in un quartiere che è ostaggio di qualsiasi disagio ed esclusione sociale. 
È ovvio, ribadisco a costo di essere più pedante di quanto non sia, che i problemi di Torre Maura rimangono così come quelli di tutti i quartieri di periferia e di tutte le borgate "ad est" del Raccordo, questo deve spronare una partecipazione e un attivismo di chi è già un punto di riferimento politico-sociale nell'illuminare quelle situazioni.

p.s. Ovviamente, non poteva essere altrimenti, appena arrivati a Piazzale delle paradisee, la stampa ha fatto a gara ad intervistare i vari Fiano, Orfini, Stefàno, Furfaro etc. Tra l'altro, piccola frecciatina, Furfaro, ora nella Direzione del Pd, può dire finalmente di contare qualcosa dopo aver tentato la qualunque per avere un incarico (in Sel, Altra Europa, SI etc) non riuscendo mai in nessuna circostanza. Il Partito democratico non solo non ha aderito alla manifestazione ma i pochi presenti sono arrivati con la coda fra le gambe, le bandiere le hanno lasciate a casa e quei quattro deputati che sono arrivati lo hanno fatto a titolo personale. Come di norma accade, la stampa si è fiondata su 4 persone anziché sulla moltitudine di gente normale che c'era e che voleva scendere in piazza per ribadire il proprio antifascismo o, come ho anche sentito, per scoprirsi antifascista.