Qualunque sarà l'epilogo di questa terribile vicenda, rimarrà indelebile la macchia per cui gran parte della classe dirigente, della politica e dei relativi apparati, dell'opinione pubblica e della stampa tutta (ad eccezione di pochi casi isolati(ssimi) ha colpevolmente accomunato anarchia e mafia.
"Ideologia", dicono, "Dio ce ne scampi dall'ideologia che non fa analizzare e leggere i fatti con cognizione di causa e con pregiudizi!". Eppure chi ha condannato aprioristicamente, chi ha giudicato prima ancora dei giudici, chi ha diffuso notizie che non doveva diffondere, chi ha sovrapposto eversione criminale con idee e metodi che non condivideva è ideologia.
L'ideologia della protervia e della superiorità. L'ideologia dell'egoismo.
L'ideologia del pensiero unico della "società libera".
Quello che segue è uno stralcio di un articolo pubblicato su «Il Riformista» che aggiorna delle condizioni di salute del detenuto Alfredo Cospito - 11/02/2023, ore 19:18 - https://www.ilriformista.it/alfredo-cospito-trasferito-in-ospedale-rifiuta-anche-gli-integratori-pesa-71-chili-e-a-rischio-edema-cerebrale-343353/
Alfredo Cospito è stato trasferito dal centro clinico del carcere di Opera al reparto di medicina penitenziaria dell’ospedale San Paolo di Milano. Da quanto si è appreso da ambienti carcerari e giudiziari milanesi, per l’esponente anarchico, che si trova al 41 bis e che sta portando avanti lo sciopero della fame da quasi 4 mesi, si è reso necessario il ricovero ospedaliero in quanto, oltre al cibo, si rifiuta di assumere anche gli integratori. A stabilire il trasferimento in una delle camere riservate ai detenuti in 41 bis dell’ospedale sono stati i medici dopo averlo visitato. A disporre il suo trasferimento è stato il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.
Secondo quanto riportato dall’Ansa, Alfredo Cospito pesa 71 chili ed è a rischio di edema cerebrale e aritmie cardiache potenzialmente fatali. E’ quanto ha riferito il medico di parte all’avvocato Flavio Rossi Albertini dopo la visita effettuata in carcere oggi a Opera. L’anarchico, in base a quanto aggiunge il medico, “è determinato ad andare avanti con la protesta. E’ lucido e cammina sulle proprie gambe”. Il consulente ha definito le condizioni “serie”. “I parametri tengono ma basta poco perché la situazione precipiti senza dei segni particolari di allarme” preventivo, ha aggiunto.
“Ho preso visione della cartella clinica, la situazione da un punto di vista fisico è di importante debilitazione ma è presente a se stesso, lucido e determinato”. E’ quanto ha detto ai microfoni della Rai Andrea Crosignani, medico scelto dalla difesa dell’anarchico Alfredo Cospito in sciopero della fame, dopo averlo visitato in carcere a Opera. “La debilitazione unita alla determinazione purtroppo non è un buon segno”, ha aggiunto.
“Alfredo mi sembra determinato ad andare avanti sulla sua protesta. Anche se ho cercato di convincerlo a riprendere il potassio per ridurre il rischio di queste aritmie”. Lo ha detto Andrea Crosignani, medico scelto dalla difesa dell’anarchico Alfredo Cospito in sciopero della fame, dopo averlo visitato in carcere a Opera. Il detenuto è “senz’altro lucido. Dal punto di vista generale l’ho trovato ancora in condizioni accettabili – ha aggiunto -. E’ arrivato da me camminando. Diciamo che è una situazione complessivamente seria, che anche se i parametri vitali tengono ma quando si arriva a questa situazione ci vuole veramente, veramente poco, perché la situazione precipiti. Perché in questi casi la situazione precipita senza che ci siano dei segni particolari di allarme. Ho parlato con la cardiologa che mi ha segnalato un possibile rischio di aritmie fatali”.
Intanto continua la mobilitazione in piazza per Cospito che è “un elemento di grande attenzione” ma non soltanto con riferimento agli episodi delle ultime settimane perché “è un’attenzione continua e abbastanza risalente nel tempo”, ha detto il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi al termine del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. “Il fenomeno – ha dichiarato – è oggetto delle nostre attenzioni qui come altrove. Torino non sta vivendo una situazione diversa rispetto ad altre parti del Paese”.
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