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Foto di Antonio Fraioli |
Il seguente corsivo è stato pubblicato sull'edizione del 29/02/2016 del «Nuovo Corriere Laziale». Ancora rintracciabile a questo link (qui). La foto utilizzata per questo post - chiaramente - è di Antonio Fraioli, immortala una Arce-Audace Savoia del 2016, girone B dell'Eccellenza Laziale. il campo è il 'Lino de Santis di Arce'. Era in sabbione, prima dei lavori di ristrutturazione. Sabato 21 maggio torneremo ad Arce con il buon Fabio per presentare "C'eravamo tanto a(r)mati" e calcheremo di nuovo il suolo fotografato centinaia di volte da Antonio e pubblicato altrettante volte sulle pagine del "Corriere". Certo, l'erba sintetica è tutta un'altra storia, non ha poesia e sa di omologazione, di "ormai ce l'hanno tutti", ma tant'è. L'importante sarà tornare al 'Lino de Santis'.
«Buongiorno dalla sabbia di Arce», così recita un post scritto sulla pagina del Cedial Lido dei Pini prima della partita di ieri mattina [28 febbraio 2016] giocata al ‘Lino de Santis’. La partita in questione, o la pietra dello scandalo
, è Arce – Cedial Lido dei Pini, campionato d’Eccellenza, Girone B. Quante volte, infatti, s’è sentito pronunciare espressioni contro gli ‘obsoleti’ campi di terra? Sui campi in cui disputano le proprie partite le squadre giovanili, poi, è tutto un continuo tecnicismo sulle proprietà taumaturgiche del sintex rispetto al gioco dei propri pargoli che, a dir di costoro, sarebbe naturalmente foriero di giochi più spettacolari e partite decisamente più equilibrate. Ma questo è un altro discorso, seppur affine. Se ne deduce, dunque, che ogni partita dovrebbe essere livellata su dei criteri e normata sul sintex, verrebbe da dire ironizzando. In questo caso, la polemica è tutta d’un botta e risposta tra Cedial e Arce sul popolare social network: Facebook. Al post dei litoranei «Buongiorno dalla sabbia di Arce», con relativi commenti sprezzanti riguardanti palette e secchiello da portare sul campo in sabbione dei gialloblù ciociari, gli fa eco quello della pagina dell’USD Arce «Secchielli e palette lasciati a voi per riportare a casa le due reti subite». Il campo in sabbione dell’Arce, in realtà, racchiude in sé una dimensione quasi mistica che supera di molto i campi di terra, a cui l’occhio è spesso già abituato. Se un tale dovesse andare ad Arce, infatti, e si dovesse attardare nella piazza centrale con tanto di panorama sulla vallata sottostante, si accorgerà di un rettangolo giallastro
: il ‘Lino de Santis’. Campo in sabbione e foto che immortalano i granelli schizzati da una parte e dall’altra quando il pallone si infrange sul terreno di gioco. I campi come quello di Arce vanno necessariamente preservati dalle insidie del tempo. Così come quelli di terra. Ultimi retaggi d’un calcio che si vuole dimenticare troppo in fretta.
(ci vedremo ad Arce con chi ci sarà!)
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