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Visualizzazione dei post da 2018

Scrivere è lecito, approfondire è diabolico

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Un fantasma si aggira per  l'Italia: quello della demonizzazione e criminalizzazione del comunismo. Nonché della sua citazione a sproposito per far passare un messaggio del tutto distorto a chi legge o ascolta. La Stampa «[...] A furia di gridare al fascismo abbiamo trascurato quella romantica vena stalinista [del Governo]»,  lo scrive, alla fine del suo articolo, il giornalista Mattia Feltri su 'La stampa' di oggi a proposito della legge cosiddetta "Spazzacorrotti" dell'esecutivo.  A leggere i quotidiani di oggi, o ascoltarli dalla voce radiofonica di un giornalista, ci vuole del fegato e il perché è presto detto: tanto per quel che riguarda il cosiddetto "Dl Spazzacorrotti" quanto per la manovra di bilancio, è tutto un "dàgli all'untore". Ma l'untore, in questo caso è diverso dal solito : il comunismo .  L'articolo di Feltri paragona il Dl ad alcune leggi del codice penale sovietico, evocando "Arcipelago Gulag", cit

Come realizzare correttamente l’impasto per il cambio fra Metro C e Metro A a San Giovanni

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fonte foto: fanpage Preparazione Difficoltà: media  Costi: molto bassi  Tempo: vario  Dosi per: ennemila persone  Ingredienti Albumi (di circa 3 uova medie) a temperatura ambiente 100 g  Zucchero a velo 220 g  Succo di limone q.b.  Antisocialità q.b.  “Cazzo te guardi” e “Mortacci tua” a volontà per decorazione Procedimento   Per preparare delle ottime meringhe bisogna partire dalle uova.  foto 1 Separare i tuorli dagli albumi, come primo passo (foto 1): i tuorli non occorrono per questa ricetta ma si possono sempre usare per una frittata in attesa della coincidenza della Metro C al ritorno dalla giornata di lavoro qualora si perda il treno in partenza: il successivo può arrivare anche dopo 20 minuti .  Se non stessi scrivendo io ma una foodblogger di Giallozafferano, trovereste scritto che, «a seguito della separazione dei tuorli dagli albumi, potremmo mettere da parte il rosso dell'uovo per la preparazione di una gustosa crema pasticciera» . Non datele retta .  Bisogna poi az

A qualcuno piace tecnico

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Ultimamente in ambito lavorativo si sta sempre più tendendo a cercare risorse e personale ultra specializzato già formatosi autonomamente, ad esempio già competente in più linguaggi di programmazione o già avente un bagaglio di esperienza consistente. La tecnicizzazione e l’iperspecializzazione richiesta in ambito lavorativo è a monte, quindi, di richieste stesse di risorse e personale biologicamente giovane rispetto ai desiderata aziendali. La cosiddetta “formazione in azienda” non esiste più da molto tempo e questa tendenza sta tracimando in altri settori, serpeggiando già da tempo in ambiti pubblici. Quello politico, un esempio su tutti, in cui la credenza di ritenere un tecnico migliore di un politico qualsiasi è ormai vox populi .  La figura del “tecnico” aleggia da molto sulla politica italiana e la sua prima applicazione fu il governo Dini (a cavallo fra il 1995 e il 1996) fino ad arrivare al più recente Governo Monti. Il tecnico è preferito aprioristicamente perché si presuppon

Il socialismo tra la metro C e i benzinai di Torre Spaccata

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Mercoledì 31 ottobre. Vado a fare rifornimento di benzina alla stazione della Q8 costruita di recente su Via di Torre Spaccata, di fronte un concessionario. C'è fila alle pompe: mi metto diligentemente dietro ad una Twingo nera il cui proprietario indugia forse un po' troppo nelle operazioni di rimessa a posto della pompa e chiusura del piccolo sportello a lato della macchina. Il tizio finisce il rifornimento e io metto in moto per andare più avanti e iniziare a mia volta la stessa procedura; nel momento in cui procedo lentamente cercando di allineare lo sportelletto della mia macchina il più possibile con la pompa verde della benzina, mi si avvicina un benzinaio, facendo cenno con la mano di avanzare ancora. «Cos'è quella striscia che hai sul vetro?», mi dice il benzinaio con evidente accento dell'est indicando la macchina. Stanco della giornata di lavoro, mi avvicino al vetro dell'auto e noto la striscia , di cui quasi mi stavo dimenticando: dietro allo specchiett

Brasile: Paese spaccato dalle presidenziali, la mappa di «Le Monde»

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La sua vittoria conferma la svolta a destra in tutto il Sud America: avendo ottenuto il 55,1% dei 104,8 milioni di voti in palio, Jair Bolsonaro è stato eletto Presidente del Brasile domenica 28 ottobre 2018. Il candidato di estrema destra si trova a capo di un Paese profondamente diviso dalla politica, a trent’anni dal ritorno della democrazia. Tutto il sud e l’ovest del paese, parte del Brasile con un reddito pro capite più elevato e una densità abitativa inferiore, ha votato a favore del candidato di estrema destra [le parti in blu della mappa]. Si noti, a riguardo, il risultato negli Stati occidentali della Rondoina e del Mato Grosso, principali aree di deforestazione del paese. Dato ancora più vero e confermato nel sud-est del Paese, negli stati di Rio de Janeiro, San Paolo, Espirito Santo e Minas Gerais: questi quattro stati producono circa il 60% del PIL del Brasile e sono popolati prevalentemente da bianchi, che rappresentano il 55% della popolazione, stando al ce

"La risposta è dentro di te. E però è sbagliata". Ancora sul referendum dell'11 novembre

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L'11 novembre i romani andranno a votare per un referendum consultivo proposto dal comitato "Mobilitiamo Roma", formato da Radicali Italiani e Radicali Roma (tacitamente sostenuto dal Partito Democratico, Noi con l'Italia, Forza Italia e altre formazioni di destra), che verterà sulla messa a gara del servizio pubblico di trasporto della città. Ultimamente, lo ammetto, è un po' il mio chiodo fisso e scrivo praticamente solo di questo, ma c'è una motivazione. Più d'una, per la verità. La questione che più mi turba , politicamente, psicologicamente e socialmente, è la totale indifferenza della sinistra (dalle associazioni ai partiti, ai compagni ovunque collocati) nei confronti dell'attacco del capitale e delle sue forze politiche di riferimento al trasporto pubblico romano . Detta in altre parole: nessuna organizzazione "a sinistra" sta comprendendo la portata del referendum radicale sulla "messa a gara del servizio di trasporto pubbl

Il referendum su Atac è una bufala: a Roma il trasporto pubblico privato esiste già (e non funziona)

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Sarà perché la data del fatidico referendum si avvicina, sarà perché da metà settembre si è ripreso a pieno il ritmo del lavoro quotidiano e sono ricominciate le doglianze nei confronti dei mezzi pubblici di Roma, sarà pure per questo insieme di fattori (e molti altri) che si sta ricominciando a parlare del referendum promosso da Radicali Italiani e Radicali Roma riguardo la messa a gara del servizio di trasporto pubblico. Nel mio piccolo sono stato sollecitato da più parti ad esprimere un'opinione a riguardo, sul "cosa bisogna votare" e per quale motivo. In parte l'avevo già resa nota qui ( https://sostienepiccinelli.blogspot.com/2017/08/perche-il-referendum-su-atac-non-s-da.html ) ma è bene riprendere il filo del discorso e dei concetti già espressi per affermare che questa consultazione referendaria è una sonora bufala. E lo è per un semplice motivo: la gestione privata del trasporto pubblico locale, a Roma, esiste già. E non funziona.  Un conto è "rifondare A

Più Europa o più nazionalismi/sovranismi? È la domanda che è sbagliata

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Qualche giorno fa è stato pubblicato un articolo di Natale Salvo pubblicato su Pressenza il cui titolo era: "Elezioni 2019, Europa al bivio: più Europa o più nazionalismo ?". Ho avuto modo di interagire con lui, facendo parte della stessa redazione, spiegandogli le ragioni della mia contrarietà ad alcune sue parole d'ordine e frasi ricorrenti nel post come queste: «[...]L’Europa è lontana dall’essere perfetta, ma non è neanche quel buco nero che tutto distrugge come viene descritta da certuni. Senza dubbio, sono evidenti i benefici ottenuti da alcuni settori e in numerose regioni grazie alle azioni politiche condotte da Bruxelles» e ancora: «Gli errori dell’Unione Europea: poca Europa, solo Mercati».  Due questioni che aprono due dibattiti apparentemente paralleli ma in realtà convergenti e sovrapponibili : l' Europa , intesa come entità etnico/geografica e la costituzione dell'Unione Europea così come la conosciamo e per come si è sviluppata nel corso degli a

(Piccolo e triste) diario di bordo #1 - il gigante

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Salgo in macchina e accendo la radio, quasi sempre a quell'ora trasmettono sedute parlamentari coi più disparati interventi. Inserisco la chiave, il quadro ai scende e il motore parte. Odo in lontananza i "mortaccitua" di qualche disputa automobilistica nata e morta nel giro di un paio di manovre azzardate nei pressi di Piazza Don Bosco. Pigio l'indice sul tasto di accensione retroilluminato della radio: la scelta numero uno è radio radicale ( come te sbagli ), stanno trasmettando interventi di Deputati. Prende la parola Brunetta mentre parto con la macchina. Parla riguardo l'economia sulle  così tanto dibattute note di aggiornamento del Def, reddito di cittadinanza sudditanza e quant'altro.  Lo ascolto destrutturare punto per punto il cosiddetto NaDef e subito mi assale una tristezza tale da culminare nell'espressione poco carina che quell'automobilista, certamente in torto, rivolgeva ad un altro suo simile nei pressi di Piazza don Bosco, anche se

L'esodo dal Venezuela e l'esodo dall'Italia: il secondo è decisamente maggiore

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È ricominciato il cortocircuito mediatico sul Venezuela, certamente più silenzioso di mesi e anni fa in cui si mostravano foto false, si millantavano scontri pacifici e si attribuivano morti a una sola parte politica vittimizzata rispetto a quella statale. Più silenzioso ma non meno grave. In questi giorni si parla moltissimo di esodo dal Paese: le fonti giornalistiche indicano a 870mila il numero di residenti venezuelani in Colombia  (circa tremila al giorno), numero buttato un po' a caso dato che non si spiega in quanto tempo siano migrati questi nuovi residenti, ma certamente ne si conosce la provenienza, come ha spiegato il Vescovo della diocesi di Trujillo , dallo stato del Tàchira, confinante con la Bolivia. (In ogni caso, la Mision Verdad  smonta pezzo per pezzo i numeri della crisi venezuelana: qui: http://misionverdad.com/la-guerra-en-venezuela/cifras-de-acnur-y-la-oim-desmontan-la-crisis-de-refugiados-venezolanos .) L'altissima emigrazione: Italia batte Venezuela C&#

Non-comprendere che Salvini e di Maio non sono antieuropeisti è (molto) grave

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fonte foto: Ansa Una cosa mi inquieta particolarmente: la non-comprensione dei fenomeni politici, anche di quelli più elementari, tanto da parte della generazione dei nostri padri (i nati fra gli anni '50 e '60 del novecento), passando per i cosiddetti quarantenni , arrivando fino ai miei coetanei. È il lascito della cosiddetta fine delle ideologie degli anni '90, decretata da chi ha voluto uniformare il pensiero capitalista e del mondo occidentale, a cui la sinistra ha dato il proprio servile consenso, a partire dalla Bolognina, arrivato fino ad ora con Matteo Renzi che si è dichiarato a più riprese liberista di sinistra .  L'aver posto fine alle ideologie in ambito politico ha significato un appiattimento al pensiero unico del Capitale, finendo così per avere varie posizioni più o meno liberiste da parte di tutti gli schieramenti parlamentari (ad esempio), più o meno accondiscendenti riguardo i trattati che regolano la politica europea, più o meno d'accordo sulle

L'unico politico vero è Renzi - Discorsi da bar

Dice: «Io a sentì Sarvini, te giuro, me sento male» Dico: «A chi o dici..» Dice: «Che poi ce sta na pochezza, vojo dì, manco a dì che dice cose sensate, no? Sai, dicesse cose che uno je po' dì ao hai detto na stronzata je se ribatterebbe, invece è popo stupido» Dico: «E che ce devi fa, l'hanno votato..» Dice: «Eh o so, però pure coso, mo ce se mette pure Vertroni. Me sembra fori tempo, n so se me spiego. Ce sta l'unico politico che doveva andà avanti e l'hanno cassato, mo zitti tutti» Dico: «Eh?» Dice: «L'unico politico che ce sta mo è Renzi, mettila come te pare» Dico: «Oddio...» Dice: «Beh ao i dati parlano chiaro: i precari l'ha stabilizzati, i concorsi ce stanno, fa n po' te» Dico: «Zì, non te vorei delude ma non è proprio così» Dice: «Ao io guardo l'Istat, si tu c'hai artri parametri dimmelo che ne parlamo» Dico: «Senti, io c'ho categorie politiche molto infime da poté affibbià a Renzi, però si te le dico te ncazzi» Dice: «E perché sei ideo

Orban, quel «liberale, europeista, anticomunista» che piaceva a liberali e radicali italiani

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Victor Orban L'ascolto di Radio radicale fornisce (almeno a chi scrive) numerosissimi stimoli per dibattiti e riflessioni riguardo quello che pensa un'area politica e culturale sideralmente distante dalla propria. È un modo per corroborare le proprie credenze a partire da alcune che si ritengono lontane, distanti, fallaci. Ho iniziato ad ascoltarla una mattina di dicembre del 2011, cominciando con "Stampa e Regime" di Massimo Bordin, finendo per sciropparmi le interminabili conversazioni di Marco Pannella la domenica pomeriggio. Seguivo la trasmissione la domenica pomeriggio (o in replica il giorno dopo) più per gli scleri che potevano intercorrere tra Pannella e Bordin che per le tematiche in sé ( qui, a partire 1:27:00 , il fenomenale litigio fra il povero Bordin e Pannella che sancì formalmente il divorzio politico tra lui e la Bonino, da sentire in loop anche per l'ilarità delle espressioni basite e ignare di Bordin nel corso del diverbio).  Piccola (noiosa) p