Elsa Morante |
Ogni tanto, per ridere un po' della loro imbecillità, vado a spizzàrmi (*) le pagine dei vari gruppetti neofascisti di Roma Est. Uno di questi, di Torre Angela, posta continuamente locandine che in altri tempi sarebbero stati dei manifesti. Una di esse recitava, più o meno: «Lepanto: li abbiamo vinti allora, li vinceremo oggi», alludendo alla Battaglia di Lepanto in cui la cristianità sconfisse il moro.
Mi è sembrata una locandina talmente ridicola da essere calzante con la descrizione del loro capo, mirabilmente descritto dalla Morante in La storia, volume che sto leggendo adesso in colpevole ritardo.
«[...] Nell'aula dove essa insegnava, proprio al di sopra della sua cattedra in centro alla parete, stavano appese, vicino al Crocifisso, le fotografie ingrandite e incorniciate del Fondatore dell'Impero e del Re Imperatore. Il primo portava in testa un fez dalla ricca frangia ricadente, con in fronte lo stemma dell'aquila. E sotto un tale copricapo, la sua faccia, in una esibizione perfino ingenua tanto era procace, voleva ricalcare la maschera classica del Condottiero. Ma in realtà, con l'esagerata protrusione del mento, la tensione forzosa delle mandibole, e il meccanismo dilatatorio delle orbite e delle pupille, essa imitava piuttosto un buffo del varietà nella parte di un sergente o un caporale che mette paura alle reclute [...]».
(*) spiz-zà-re: v.tr. nell'uso corrente, voce verbale che si usa nell'ambito di un determinato uso dei social network. Tale uso sta ad indicare l'azione dello spiare profili o pagine per i più disparati fini
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