Secondo il quotidiano spagnolo «La Vanguardia» le donne scese in piazza intendono: «far sentire la propria voce [uno degli slogan era “alza tu voz”] e rivendicare il fatto che nella Chiesa delle origini il movimento di Gesù fosse egualitario» anche perché: «Gesù trasgrediva le regole e le norme di una società profondamente patriarcale».
Il movimento “Revuelta de mujeres“, dunque, sarà presente allo sciopero nonché alla manifestazione internazionale dell’8 marzo e, per prepararsi a tale evento, è sceso in piazza congiuntamente nelle città di Almería, Barcellona, Bilbao, Burgos, Ciutadella, Córdoba, Granada, Huelva, Las Palmas, Logroño, Madrid, Oviedo, Salamanca, Santander, Santiago de Compostela, Siviglia, Valencia e Vigo.
Cosa chiede il movimento?
Rispetto, diritti, dignità. Una Chiesa: «da
costruire e da immaginare» basata «sull’uguaglianza e sul rispetto
delle donne nei confronti degli uomini, in cui le donne siano
riconosciute come componenti attivi e in cui la responsabilità e i
“leader” non siano solo uomini; che rispetti l’identità e la diversità
sessuale». Così come viene rivendicata la volontà di costruire: «un’immagine di Dio che non sia solo esclusivamente maschile» e ancora viene rivendicato il diritto al sacerdozio «negato a causa del nostro corpo, sempre frutto di ‘sospetto’» e si chiede di smetterla con la visione «negativa della sessualità che crea sofferenza».
In esclusiva per «La Rinascita delle Torri» uno scatto del presidio svoltosi a Bilbao in cui è ben visibile lo striscione in euzkera e in castigliano: “Emakumeon matxinada elizan” cioè la traslitterazione del nome del movimento in lingua locale.
Pubblicato su "La Rinascita delle Torri"
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