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Visualizzazione dei post da marzo, 2021

Scuola, perché non bisogna rivendicare il Next Generation EU

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Il presidio dei Cobas a Roma, in occasione dello sciopero della scuola del 26 marzo, presidio cui hanno aderito varie realtà associative, di settore e studentesche (tra cui anche la Rete degli Studenti medi) è stato caratterizzato nei suoi vari interventi – così come rivendicato anche dalla Rete – dall'apertura ai fondi del “Next Generation EU”. Un’apertura critica, senz’altro, un'apertura dialettica, ma pur sempre possibilista riguardo ai fondi europei. Un'apertura che comunque non può avere altro significato se non quello di un finanziamento a debito della scuola, dunque verso un peggioramento, nella prospettiva di lungo periodo, del comparto dell'istruzione nella sua interezza. Evidentemente tale fattore di rischio non è stato compreso dai Cobas, dalle studentesse e studenti presenti, che rivendicavano di essere loro la "next generation", fin dalle scritte sui cartelli che tenevano in mano.  NEXT GENERATION EU La misura invocata, ovvero il Next Generatio

Ma che ce stai a fa?

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Il 20 marzo ricorrevano i due anni dalla morte di Tina Costa. In quell'occasione mi ero lasciato andare in un ricordo tutto personale , dopo la seconda volta che aveva accettato di intervenire alla Biblioteca Collina della Pace di Finocchio. Stamattina, non so per quale motivo o associazione libera della mia testa, mi risuonavano le sue parole nella testa, pronunciate da lei in un momento preliminare di una riunione con Fabrizio de Sanctis (allora e attuale presidente Anpi di Roma), la sezione del VI appena nata e ovviamente Tina Costa. Non sto a dire quanto lei fosse legata al VI municipio e alle sue borgate: per lei eravamo "i compagni de Tor bella" e voleva bene a chi aveva deciso di fondare la sezione nella sua "ex ottava circoscrizione", tanto più che io e Gianmarco eravamo ancora quasi "pischelli" che da poco avevano discusso la triennale. Poco importava che io fossi di Torre Maura e Gianmarco di Borghesiana: la sezione era, momentaneamente, a

Il passato remoto di "masticare"

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Lunedì 15 nella Regione Lazio tornerà la zona rossa. Scuole chiuse. Gli incentivi per l'istruzione sono quelli destinati - e concepiti - per la digitalizzazione e per colmare il digital divde presente. Connessioni e computer, lavagne multimediali e "imprenditorialità", quando i problemi di edilizia scolastica la fanno da padrone in più della metà dei plessi. Almeno a Roma.  Chiudono tutte le attività non produttive. Perché, in fondo, è così: la scuola non produce reddito, non è un'azienda, è il parcheggio di persone a basso reddito. Chi può, manda i figli in posti diversi. Certo, anche loro a distanza, ma tutta un'altra storia: il futuro è già segnato. Per la scuola, insomma, il classico passato remoto del verbo "masticare", così come ci chiedeva di coniugarlo l'amichetto stronzo delle elementari: "mi dici il passato remoto di masticare " e tu, ingenuo "masticai". Il ghigno di lui si alza pervicacemente, ti guarda bieco: "ma