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Visualizzazione dei post da 2021

Opportunismo, ovvietà, inconsistenza. Va in scena il film già visto del campo di centro democratico

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Il campo politico del centro democratico si vuole riorganizzare a partire dalle periferie. Un leitmotiv che sa di già conosciuto e già ascoltato e che – stavolta – veste i panni delle “Agorà democratiche”. Il campo largo vuole essere un contenitore piuttosto ampio che va dal Partito Democratico a Possibile, passando per Sinistra italiana, Radicali Italiani, l’ANPI e la CGIL.  Non solo esponenti locali, ovviamente, parteciperanno alla kermesse del centro democratico romano e laziale, il 4 dicembre a Via Cigola ci saranno anche personalità già candidate al consiglio comunale di Roma alle scorse elezioni come Giovanni Caudo; dirigenti radicali e consiglieri regionali, così come esponenti locali del PD (Compagnone, il vicesegretario Bellino, nonché gli eletti Battistoni e Gasparutto).  Il titolo dell’iniziativa è roboante: “Periferie: partecipazione e democrazia contro le diseguaglianze”.  Vale giusto la pena ricordare che l’80% dei relatori che interverranno nel corso dell’iniziativa che

È stato l'inverno.

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O forse è solo l’inferno. Fino al 30 giugno sarò ad un Liceo delle scienze umane di Roma, in una scuola del centro, di quella parte di città in cui uno va perché ha qualche pratica burocratica da risolvere oppure per andare a vedere un film al cinema.  Entro in una tra quelle che saranno le "mie classi" fino al termine delle lezioni. Inizio a parlare di storia in un quarto superiore: manco a dirlo, sono già indietro con la programmazione.  Docente assente per un mese e mezzo, arriva una supplente che sta lì 10 giorni contati, fa in tempo a svolgere quattro ore, poi arrivo io. Parlo un po’ della guerra dei trent’anni e della crudeltà sottesa a quest’evento bellico, del fatto che una guerra di religione sia rapidamente sfociata in un conflitto legato a tutto il continente europeo e che «arriva a coinvolgere la Russia».  Una studentessa, ragionando ad alta voce, dice: «Che poi, prof, la Russia non vince mai, come nelle due guerre mondiali». Io rimango basito, il fervore mi attr

Mastodonticamente kitsch

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Qualche giorno fa ricorrevano i 30 anni dalla morte di Freddy Mercury. Lo stesso anno e lo stesso giorno (24 novembre 1991) spirava, in un letto di una clinica di New York, dall’altra parte dell’Oceano, un altro personaggio musicale di quegli anni ma molto meno in vista del “frontman” dei Queen.  Si faceva chiamare Eric Carr ed è stato il batterista dei Kiss nel momento di prima crisi e successiva trasformazione del gruppo-azienda statunitense.  Alla fine degli anni ’70 il quartetto mascherato era abbagliato dalle luci del successo e i loro brani stavano via via assumendo una vena pop sempre più marcata: lo spettro della canzone “usa-e-getta” era ormai ben presente in tutti i loro dischi. Quel periodo venne rappresentato magistralmente da “I was made for lovin’ you”: canzone tutt’ora molto famosa che non rappresentava niente dello spirito di “Hotter than hell”, tanto per citare uno de dischi più rappresentativi della prima fase del “bacio”.  Gli anni ’80 premevano, i Kiss erano in d

Sweet home Pacinotti

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Care studentesse,  Cari studenti A partire da domani non sarò più un insegnante supplente dell'I.I.S. Pacinotti-Archimede. Potrei liquidare tutto questo scritto in poche, brevi e banali righe oppure scrivendo brutti saluti ad alcuni di voi che avevo ripreso per il secondo anno consecutivo. Decido, però, di dilungarmi un po' perché la situazione lo richiede: in questi giorni state occupando la scuola e ogni atto che si compie in tal senso, qualora non lo sappiate, rappresenta un atto politico.  Politico non nel senso in cui voi potreste immaginarlo o codificarlo, nel senso comune a cui siamo soliti associarlo, sbagliando: affarismi e personalismi che superano ogni concezione ideologica e sono trasversalmente riconosciuti. Con "atto politico" intendo un'azione attraverso la quale, agitàndola, si vogliono comunicare e rivendicare questioni di tematiche tanto generali quanto particolari.  L'occupazione fra tutti è il punto più alto dell'atto politico dello stu

Adesso ci credete?

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Ora che ve l’ha detto anche “Il Tempo”, noto giornale della destra romana, e non un noiosissimo bolscevico come il sottoscritto, ci credete? Il “Piano nazionale di ripresa e resilienza”, noto giornalisticamente e non come “PNRR”, non dà più soldi, non è un’opportunità, non rappresenta niente di tutto quel che viene narrato dai cantori del capitalismo nazionale ed europeo.  Si tratta di una colossale immissione di denaro a debito, ulteriore indebitamento che pagheranno sempre i soliti, sempre le classi popolari, sempre chi i soldi non ce li ha e che dal PNRR non avrà nulla da guadagnarci.  Si tratta di un’operazione di “maquillage” del capitalismo: faccio vedere che mi impegno in qualcosa, faccio finta di spostare dei soldi impegnandomi nella ripresa post-pandemia anche se la sostanza è una e incontrovertibile. I soldi arriveranno ai soliti noti e chi già annaspa continuerà a dover cercare un tubo più lungo per l’aria e poter respirare da sott’acqua quando la marea si alzerà.  Per l

Sporting Aniene - Borgata Gordiani: torce, fotostòrte, bottiglie che cadono

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Chissà gli imperatori della dinastia dei Gordiani cosa penserebbero se qualcuno dicesse loro: «Sapete che c'è una squadra di calcio che porta il nome di un quartiere di Roma il quale, a sua volta, prende il nome dalla residenza che avete costruito voi tre?» . Probabilmente i tre Gordiani  avrebbero prima chiesto di vedere una partita, anzitutto per capire cosa diavolo fosse il calcio;  poi si sarebbero interrogati su chi fossero i sostenitori e perché ci tenessero tanto alla squadra e, infine (ma non meno importante), avrebbero voluto che gli venisse spiegato cosa volesse dire la parola borgata . Una volta appurato che il termine a Roma, città così tanto urbanizzata ai loro occhi da aver inglobato perfino la loro residenza, sta ad indicare un agglomerato di case perlopiù distaccato da contesti urbani centrali, nonché periferici, in cui le persone hanno vissuto quasi come baraccati e in condizioni non troppo agiate per buona parte della loro vita, solo allora, i Gordiani avrebbero d

Sgarbi in VI Municipio?

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La notizia di Vittorio Sgarbi che approderebbe al VI Municipio come potenziale assessore alla cultura ha fatto il giro delle agenzie stampa e dei quotidiani online. Primo a dare la notizia è stato «Il Messaggero», riprendendo il video-boutade del solito sindaco di Sutri e Deputato; già primo cittadino di Salemi, Assessore ai Beni Culturali della Regione Siciliana, Sottosegretario di Stato al Ministero dei beni e delle attività culturali, Sindaco di San Severino Marche ed Europarlamentare.  L’eterno ex Vittorio Sgarbi nel suo video (che non pubblicheremo in questa sede ma facilmente reperibile presso la sua pagina Facebook), oltre alla volontà di rendere «gaia» la «bella monaca» e «angelica» la torre che dà il nome al quartiere, altrimenti nota per fatti poco edificanti, afferma quanto segue: «Non c’è niente di più fertile della povertà: un ricco può perdere tutto, un povero non può perdere niente. Quindi la cosa che può toccare un povero è di trovare qualcosa in più di quel che ha, il

«Arrivato Marco!!!»

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Non è facile esporre quello che sta succedendo emotivamente - dentro le mie viscere - in questi giorni. Qualche giorno fa ho accettato una cattedra fino a dicembre in una scuola vicino lo stadio Olimpico, ma era come se mi sentissi un estraneo in casa. La prima settimana è trascorsa a fatica, troppa fatica. Avrebbe dovuto essere semplice e invece ogni giorno era un ostacolo, una montagna da scalare.  Le ore non passavano mai. Una sera, a casa, mentre stampavo delle cose di cui avevo bisogno per la lezione del giorno dopo, ho pensato dentro di me: «quanto vorrei tornare al Pacinotti...». Provvidenza o sorte hanno fatto in modo che l'indomani mattina mi arrivasse una convocazione proprio dal Pacinotti.  Diciotto ore, italiano e storia, due classi dello scorso anno le avrei riprese: ho accettato subito, sebbene qualora l'Usr dovesse nominare l'avente diritto, io debba sloggiare. Pare, però, sulla mia classe di concorso non venga nominato più nessuno, pare che io rimanga, pa

Vita e morte in un condominio di tre piani

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C'è vita e c'è morte nel nuovo film di Nanni Moretti. C'è l'introspettività e la complicazione delle vite quotidiane racchiuse negli anditi di un elegante condominio del centro di Roma. L'alta e la medio-alta borghesia sono in crisi profonda, in quel palazzo, non riescono a trovare una via, "una strada" da seguire. Quella della famiglia del giudice Bardi in particolare, così come tutte le altre, per la verità. Vita e morte si intrecciano in ogni ambito della pellicola, fin dai primi secondi. Ogni scossa che subiscono le quattro famiglie prese in considerazione ha una conseguenza ancor più grave: nessuna riesce ad ottenere alcunché di positivo, se non nel senso latino di posto/imposto. Le condizioni si assumono e la volontà umana è nulla di fronte all'ineluttabile catastrofe che si presenta loro davanti. L'atmosfera lugubre è in ogni atto compiuto così come in quelli mancati, nelle violenze impulsive e in quelle "ragionate", così come nell

Una capatina in Euzkadi

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Quest'estate mi sono concesso quasi due settimane tra Bilbao e il nord della Spagna: in Euzkadi, insomma, il Paese Basco. Là  dove la lingua spagnola è denominata  castellano  e l'idioma più frequentemente utilizzato è l' euskera . A Bilbao è facile e meraviglioso perdersi tra le vie del Casco Viejo. Tutto appare diverso rispetto all'ordinarietà della periferia romana: abituato alle costruzioni irregolari, a vie che finiscono con cancellate o che seguono il corso di un muricciolo basso costruito prima della gettata d'asfalto, anche la periferia bilbaina sembra logica e razionale. Palazzi alti, appartamenti generalmente più piccoli dei nostri e dai soffitti piuttosto bassi, riempiono i quartieri alla fine della città, come quelli di Abusu, La Peña e Olatxu Auzoa.  Inaspettatezze Non credo che il termine esista, in caso sarà un neologismo. Il secondo giorno di permanenza a Bilbao decido di andare a scattare qualche foto per il Casco Viejo. Pioviccica, o almeno, agli o