Un vicendevole saluto cordiale tra sconosciuti
Per preparare gli esami del Corso di Laurea di Scienze Storiche, che frequento dopo aver concluso il percorso di studi di primo livello, vado a studiare in biblioteca. L'accesso alla biblioteca della facoltà (ora macroarea) di Lettere e Filosofia di Tor Vergata era interdetto a chi non possedeva il tesserino della medesima, quindi che non fosse iscritto alla facoltà. Da qualche anno a questa parte, tuttavia, l'accesso è consentito anche ai generici iscritti all'Università di Tor Vergata. Spesso, insomma, ci passo le giornate intere, come è accaduto oggi e, di norma, mi tolgo gli occhiali data la distanza ravvicinata coi libri, posandoli sul tavolo a fianco alle penne e alle matite. Tutto questo, ovviamente, amplifica la percezione distorta della realtà: il mondo, senza lenti, è per me a metà tra un quadro impressionista e una sempre presente nebbia che avvolge persone e cose. Oggi, per un motivo o per un altro, verso le 17:00, ero già fuso, nonostante fossi entrato a studia