venerdì 29 marzo 2013

Le primarie per Roma entrano nel vivo. Intervista a Mattia di Tommaso (Psi)

Firme consegnate, conferenze stampa, presentazioni di programma, carta d'intenti et cetera.

La campagna per le primarie del centro-sinistra è appena cominciata: voteranno anche i sedicenni. Per Sandro Medici (Repubblica Romana) “queste primarie sono del Pd e non del centrosinistra”. 

Dal 20 marzo al 6 aprile i candidati a sindaco del centro-sinistra, riuniti sotto la carta d'intenti “Roma Bene Comune”, potranno dare libero sfogo alla propria creatività per poter raccogliere il più ampio bacino di elettori. La raccolta firme per l'accettazione dei candidati si è conclusa con un evento di firma dei candidati della carta d'intenti: primo tra i candidati, come numero di raccolta firme c'è la consigliera uscente Gemma Azuni che ha consegnato ben 8865 firme. A tallonare l'esponente di Sel, con 8mila firme ci pensa l'eurodeputato David Sassoli5800 per Patrizia Prestipino5600 per Ignazio Marino5000 perGentiloni e 4465 per Mattia di Tommaso.


Tutti ai nastri di partenza e i candidati cominciano con le iniziative: stamattina, Mattia di Tommaso, si è presentato in una conferenza stampa presso il Circolo degli Artisti. Il candidato ventottenne in quota Psi, raggiunto da OltreMedia, così commenta la sua corsa per le primarie: “Con i pochi mezzi che avevo a disposizione e con la diffidenza che di questi tempi è presente nei confronti della politica, aver raccolto le firme che ho depositato è già una vittoria. L'essere candidato, per me, è già una grande soddisfazione”. Nel corso della conferenza stampa, poi, l'esponente socialista ha ricordato come la sua idea di città sia, per usare un anglicismo, “smart” in quanto di Tommaso auspicherebbe un'apertura “prolungata dei mezzi di trasporto pubblici, così che possano essere attivi h24 e favorire la mobilità giovanile”.

Altro tema forte è quello del'housing sociale per affidare “gli appartamenti sfitti alle giovani coppie così che si possano finalmente emancipare dalle loro famiglie”. “Il voto ai sedicenni” - prosegue, inoltre, il giovane candidato - “è una cosa che accadrà per la prima volta a Roma: potranno partecipare con la riduzione simbolica del contributo ad 1 Euro. Grazie a ciò non saranno elettori delle elezioni vere e proprie ma porteranno la loro visione delle cose e i loro temi all'interno della coalizione di centro sinistra. Dato il dibattito in questi mesi sulle primarie se si dovessero fare chiuse, aperte, et cetera et cetera, credo che il voto ai sedicenni sia un ottimo strumento che favorisca la partecipazione democratica”.

Nella corsa per le primarie iniziano ad inserirsi le prime polemiche che partono dai social network e in particolare un'immagine di un tweet di Sassoli che recita: “Stop degrado a #Roma : mia sarà una campagna elettorale pulita. Non con i manifesti ma tra la gente e sul web @rcittafutura ” è avvicinata ad un altra fotografia di tutte le varie affissioni abusive dei manifesti raffigurante l'eurodeputato. Il regolamento delle primarie parla chiaro nonostante non si parli di manifesti ed affissioni abusive e afferma come siano vietati gli “impianti pubblicitari fissi stradali di grande formato ( 6×3 – 4×3)”, gli “impianti pubblicitari dinamici su mezzi pubblici” e le “inserzioni su testate giornalistiche, ad eccezione delle comunicazioni riguardanti eventi ed appuntamenti programmati” (per qualsiasi curiosità e informazione basta cliccare su questo link http://www.pdroma.net/wp-content/uploads/2013/03/Regolamento-ROMA-BENE-COMUNE.pdf).


A tutto questo va ad aggiungersi la nota che il candidato al di fuori del centro-sinistra Sandro Medici ha diffuso parlando di come queste “ sono le primarie del PD non del centrosinistra, a scontrarsi sono le varie oligarchie interne al partito non le varie idee di sinistra. Mi meraviglio che Sinistra Ecologia Libertà , partito che era il mio riferimento politico, partecipi in modo così attivo ”. Stoccata, dunque, al partito di Nichi Vendola che poco tempo fa aveva personalmente chiesto una desistenza a Nieri non accennando minimamente alla Azuni che resta in corsa per le primarie.

giovedì 21 marzo 2013

Contro gli sprechi e i tagli lineari ecco il CORR

 Al centro Enea Casaccia di Osteria Nuova i lavoratori discutono e propongono un modello alternativo per il risparmio reale contro gli sprechi e i tagli lineari che colpiscono la pubblica amministrazione.
Bacchetta: “serve un centro di ricerca non commissariato, libero da vincoli burocratici origine di sprechi e inefficienze”


“Il progetto CORR è un'alternativa, una controproposta ai tagli lineari” che gli enti pubblici stanno subendo da tempo. I lavoratori della Commissione CORR dell'Enea Casaccia sono convinti di come tale progetto possa essere una reale controproposta al taglio indiscriminato ai fondi per il funzionamento del centro. Nel comunicato diramato dall'Rsu si spiega l'obiettivo di tale progetto: “Il CORR (Commissione Ottimizzazione Risorse e Risparmio) nasce in risposta alla riduzione della qualità e quantità dei servizi del Centro Ricerche Casaccia allo scopo di tutelare il lavoro svolto all'ENEA e, di conseguenza, i livelli di occupazione dell’indotto”.
Proseguendo con il comunicato si legge: “per contrastare il solito approccio della Direzione basato su sprechi [...] anziché su una programmazione partecipata trasparente ed equa” la commissione e i lavoratori propongono “un piano d’azione”.
Autoproduzione energetica, gestione intelligente degli edifici, nuove modalità di manutenzione ed uso del verde, reperimento di finanziamenti con fondi europei, utilizzo di strumenti avanzati per la gestione del centro ma la questione è molto più semplice di quanto sembri: risparmio, “ma risparmio vero”, come conferma il CORR che commenta come sia utile “tagliare gli sprechi reali perché noi stessi possiamo produrre energie alternative”, limitatamente, ad esempio, ad uno spreco di corrente ed ai costi salatissimi delle bollette elettriche.
A tal proposito il lungo comunicato diramato dall'Rsu conferma come “Partendo dall’analisi dei costi del Centro ENEA Casaccia (0,9 Milioni € per il riscaldamento, 3,6 milioni € di energia elettrica; circa 2 milioni € di spese di manutenzione; 200 mila € per la gestione del verde) la Commissione RSU CORR propone di effettuare riqualificazione energetica degli edifici, efficientamento di dispositivi elettrici e utilizzare risorse rinnovabili come il fotovoltaico e il solare a concentrazione”. La commissione CORR fa presente che a fronte di un investimento iniziale nella riqualificazione delle infrastrutture, anche grazie a fondi europei, ci sarà un ritorno economico stabile nel tempo.

In sintesi, l'obiettivo dei lavoratori mira a guardare “la luna” più che “il dito” dal momento che, come afferma la rappresentante Rsu Loretta Bacchetta “serve un Centro di ricerca non commissariato, aperto a ricercatori e organizzazioni italiane e straniere in grado di condividere risorse umane e laboratori, libero da vincoli burocratici origine di sprechi e inefficienze, attore principale nella dimostrazione delle tecnologie che sviluppa e di cui è pronto a farne ricorso ed applicazione”.

L'uscita dal commissariamento, infatti, è quello che più preme i lavoratori del centro ricerche Enea.
Già il 9 Maggio scorso Flc-Cgil, Usb, Anpri e Falera avevano indetto un sit-in presso il Mise (Ministero dello sviluppo economico) per cercare di porre “sotto i riflettori la questione del rilancio dell' Enea e l'immediata uscita dal commissariamento”.

domenica 17 marzo 2013

Campidoglio: corrono anche i Pirati. Intervista a "Jojo"

Josef Yemane Tewelde detto “Jojo” come lo slogan della sua campagna (JoJoche?!). Classe 1980, eritreo di origine e romano di nascita è il “candidato incandidabile” o “impresentabile” di Scup!, Radio Sonar, Csoa Sans Papiers e del Partito Pirata. Josef Yemane Tewelde detto “Jojo” come lo slogan della sua campagna (JoJoche?!).  Classe 1980, eritreo di origine e romano di nascita è il “candidato incandidabile” o “impresentabile” di Scup!, Radio Sonar, Csoa Sans Papiers e del Partito Pirata.


Perché questa candidatura e perché “candidato incandidabile”?

Ci stavamo immaginando un futuro in cui c'era solo Zingaretti come candidato sindaco, i movimenti si stavano interrogando riguardo la possibilità di mettere in piedi un qualcosa simile alla candidatura di Pisapia a Milano, una partecipazione, un progetto. La realtà era, purtroppo, molto chiusa e tutte le realtà partitiche, chi più e chi meno, erano concordi ad una candidatura dell'ex presidente della Provincia.  Conseguentemente abbiamo pensato che, stando così le cose, di questa campagna elettorale non ce ne importava molto e quando dico “noi” intendo il CSOA Sans Papiers e Radio Sonar.  Ci interessava, però, trovare un modo perché anche in campagna elettorale si potesse parlare di tematiche “particolari” che fanno parte della quotidianità: antiproibizionismo, precarietà, cittadinanza.

JoJo, quindi, candidato di movimento?

In realtà questa candidatura non nasce dal movimento (strictu sensu nda) ma da piccole realtà come Sans Papiers e Radio Sonar e in questo contesto si è unito anche il Partito Pirata dal momento che si riunisce regolarmente, proprio, al Sans Papiers. Ne abbiamo parlato e i pirati, fin da subito, hanno appoggiato la nostra causa.

Prima hai accennato ad antiproibizionismo e cittadinanza che sono temi cari anche a qualche lista o partito della sinistra in corsa per le comunali. Non c'è nessuna alleanza in vista?

No, non abbiamo in mente alcuna alleanza: io sono extracomunitario e mi sono reso conto, persino io, che i partiti sono morti. Per quanto riguarda i temi: antiproibizionismo, precarietà, CIE, questione delle carceri, ne vogliamo parlare? Questa è la base: sono una serie di piccole cose che fanno parte di noi dal momento che la situazione è così drammatica che sono tornati i furti di biciclette. Ormai bisogna davvero inventarsi di tutto per arrivare a fine mese, per chi il lavoro ce l'ha.  Capitolo a parte per reddito minimo garantito e reddito di cittadinanza dal momento che all'interno del Partito Pirata si chiama “reddito d'esistenza” : viene affrontata la cittadinanza come europea dal momento che basta esistere in un luogo per poter usufruire di questo diritto.

Tutto questo attraverso il liquid feedback... 

Insieme al liquid feedback si possono ricavare tematiche che vengono affrontate da chi attraversa quello spazio ma che non deve essere inteso in maniera populista e generalista: devi dare il meglio di te. Quello che decidi tu insieme agli altri, sarà quello che farà esattamente il tizio “x” che andrà a sedere sullo scranno del Campidoglio: è come se fosse un'assemblea permanente sul web; puoi scegliere una tematica, implementarla, votarla, discuterla. 
La campagna elettorale stessa ti permette, poi, in un momento in cui certi temi non vengono affrontati, di mettere in risalto altri temi che non sono stati minimamente trattati. Magari scherzandoci anche ma, secondo noi, è il modo giusto per tirare fuori tematiche e affrontarle seriamente, come per esempio la questione dell'abitare.  Ad esempio, da antifascista e da occupante di Action, tirerei fuori Casa Pound da quel palazzo e userei quei fondi per una metropolitana (che ancora è da terminare).

Il "candidato incandidabile", alla fine, riuscirà a correre per la presidenza del Campidoglio (dato il nuovo Statuto che ha alzato, di fatto, il quorum)?

Sì...Spero di sì. Mi sto rendendo conto che i tempi sono strettissimi, è come quando devo rinnovare il permesso di soggiorno: “tempi stretti e grandi impicci” (sorride nda) ma ce la faremo.
 
Intervista pubblicata sul quotidiano online Oltremedianews.com (ora non più attivo) il 17/03/2013

lunedì 4 marzo 2013

"Italicum, una legge da pazzi". Intervista a Massimo Bordin


I quotidiani della giornata di oggi hanno avuto molti interventi circa la discussione sulla legge elettorale italicum, frutto dell’accordo Renzi-Berlusconi. Michele Ainis, docente presso l’Università di Roma Tre, ha aperto così il suo editoriale per il ‘Corriere della Serra’: «Nel 1978 la legge Basaglia ha chiuso i manicomi. Riapriteli di corsa: c'è un matto pericoloso da internare. È il legislatore schizofrenico, l'essere che comprende in sé il non essere, la volontà che vuole disvuole. In passato ne avevamo avuto già il sospetto, dinanzi a certe leggi strampalate, a certe norme subnormali». Parallelamente su ‘Il Foglio’ nel suo quotidiano trafiletto, Massimo Bordin, giornalista di Radio Radicale, apriva così la sua rubrica: «Il problema della nuova legge elettorale sembra non sia più il suo funzionamento ma la rapidità della sua approvazione. Dobbiamo dotarcene subito e se non ci si riesce si va subito a votare, senza la nuova legge, non perché sia già deciso che si deve votare ma perché la nuova legge è così importante che va fatta prima possibile. Se ci si riflette a mente fredda sembra una cosa da pazzi. Ma c'è di peggio. Il sistema che abbiamo impedisce di scegliere i candidati agli elettori. E’ ritenuto, non a torto, intollerabile. Dunque la nuova legge sanerà questo grave vizio? No, perché le liste saranno bloccate, ma più corte» Di legge elettorale, dunque, di italicum e di premi di maggioranza, ne parliamo proprio con l’autore del trafiletto sopracitato: Massimo Bordin, giornalista - già direttore -, di Radio Radicale.

Sul trafiletto ‘Bordin Line’ che hai su ‘Il Foglio’ hai scritto, in sostanza, che il problema della legge elettorale non è più in merito al suo funzionamento ma circa la rapidità attraverso la quale essa stessa verrà approvata. Giacché ‘Bordin Line’ contiene poche battute potresti spiegare, in maniera più esauriente, cosa intendevi dire?
Io cercavo di dire semplicemente questo, e cioè che la prima aporìa, diciamo così, è la seguente: noi abbiamo preso atto del fatto che questa legge elettorale attuale, quella che il cosiddetto porcellum - peraltro dichiarato già incostituzionale - non è uno strumento adeguato per andare a votare. Di conseguenza siamo in una situazione per la quale non sappiamo bene con quale legge elettorale dobbiamo andare a votare, dal momento che ne abbiamo una ricavata ‘a ritaglio’ sulla sentenza della Corte Costituzionale. Questa è la situazione attuale, cioè: la legge che c'era, che faceva schifo a tutti, non c'è più perché una sentenza della Corte Costituzionale afferma come, in alcune parti, quella legge non è Costituzionale. Quindi, se adesso dovessimo andare a votare, voteremmo con una cosa che non si sa bene quale sia. Perché è qualcosa di ritagliato sulla sentenza della Corte. Allora Wdobbiamo fare assolutamente la nuova legge elettorale” , e questo porta a dire che “la faremo entro un mese” anzi addirittura, mi pare, che oggi si sia detto si sarebbe realizzata entro la fine della settimana. Quindi siamo decisamente a posto! Se, malauguratamente, Renzi non dovesse riuscirci, il governo va minoranza su una questione non propriamente marginale; quindi si crea un clima da elezioni anticipate e, quindi, per fare in fretta una legge elettorale, che ci serve assolutamente, noi andiamo a votare senza la legge elettorale che ci serviva tanto. Ti pare normale?

Per nulla…
Ecco, questo era quello che volevo scrivere nel trafiletto su ‘Il Foglio’ nel limite dei caratteri consentiti. Se poi proprio vogliamo dirla tutta, anche l’italicum che il Presidente del Consiglio Renzi vuole far passare, dopo aver stretto l’accordo con Berlusconi, a ben vedere è una legge da pazzi!

Senza ombra di dubbio pone degli sbarramenti per le forze politiche limitando, di fatto, la libertà democratica…
Ma no, guarda, non ne faccio un problema di libertà democratiche, o di rappresentanza, dico una cosa, però: la semplificazione del sistema politico si può fare in tanti modi. A mio avviso, il modo più semplice dal punto di vista elettorale è il sistema uninominale. Collegi piccoli, candidati che devono avere la residenza del collegio in cui sono candidati, l'elettore li conosce e li può votare, altrimenti non li vota. C'è un rapporto elettore/eletto che è il fattore più importante. Però questo non lo si vuole fare, vabbè.. Ci sono altri sistemi, ognuno adotta il suo, perché poi se si parte da un sistema proporzionale - perché di questo poi si tratta - si deve poter mettere degli altri strumenti che ti consentano comunque la semplificazione, non il marasma di coalizioni troppo grandi o delimitazioni per i piccoli partiti etc. C'è chi mette il premio di maggioranza ma, praticamente, non ce l’ha nessuno perlomeno in Europa. Nei paesi fondatori dell'Europa non ci sono sistemi elettorali con premi di maggioranza, c'è chi usa la soglia di sbarramento ed è il caso della Germania…

Anche se, per le elezioni europee, la Corte Federale Tedesca ha dichiarato incostituzionale quello sbarramento…
Ah sì certo, in quel caso hanno ragione! Tra l'altro non ci si rende conto di un'altra cosa e cioè che per l'Europa noi votiamo un Parlamento che non ha potere legislativo. È un Parlamento con poteri limitati e in questi casi, in genere, il sistema che si usa il proporzionale puro, per dare il massimo della rappresentanza. Ma, comunque, lasciamo perdere il problema del Parlamento Europeo, ritorniamo ai parlamenti nazionali. Francia ed Inghilterra possiedono l’uninominale, i paesi che hanno un sistema proporzionale adottano altri sistemi per avere, comunque, un sistema politico semplificato. In Germania hanno la soglia dello sbarramento al 5%, in Spagna possiedono i collegi piccoli in cui non c'è soglia di sbarramento ma se il collegio è piccolo bisogna che un partito ottenga una percentuale molto alta per avere un eletto. In parole povere, col collegio piccolo, senza - almeno - il 15% non si prende un seggio. Noi cosa abbiamo fatto? Abbiamo realizzato un sistema che ha i collegi piccoli, la soglia di sbarramento, il premio di maggioranza. Un delirio! Un delirio assoluto!

Attualmente, c'è un parlamentare, tra l'altro ex radicale, che ha combattuto in solitaria mettendosi in sciopero della fame contro il porcellum. Il problema è che Roberto Giachetti si è pronunciato a favore dell’italicum che, però, non sembra così diversa dal porcellum, anzi… Sembra quasi peggiore…
Giachetti ha condotto una battaglia sacrosanta che, poverino, ha condotto da solo. Il problema dell’italicum è che, di fatto, è un sistema proporzionale, non voglio dire antidemocratico, ma certo non valorizza il rapporto elettore/eletto e strozza inutilmente la rappresentanza con una serie di meccanismi di semplificazione mettendoli tutti insieme. Diventa una cosa pazzesca! Debbo dire che anche i parlamentari cinque stelle non hanno tutti i torti nel bollare l’italicum come un sistema elettorale che va anche contro di loro. In fondo è vero: se lamentano il fatto che il sistema elettorale è stato creato ad hoc contro di loro è vero, hanno ragione. La cosa che a me fa rabbia è che si aveva davanti una strada maestra. Si voleva abolire il Senato facendone una Camera delle Regioni? Ci sarebbe da discutere in merito ma, insomma, mettiamo che si riesca ad abolire il Senato oppure si metta in piedi un Bundesrat ‘da operetta’ e resta in piedi solo la Camera, il sistema elettorale era già realizzato, si era anche ridotto il numero dei deputati. Bastava prendere il mattarellum, tagliare del tutto quel 25% di proporzionale; i collegi erano già fatti, prendevano solo i collegi uninominali ed era fatta: sistema uninominale ad un turno con la riduzione del 25% dei deputati, di un quarto dei deputati. Per di più i collegi, grosso modo, erano di 100.000 persone l’uno, - dai 95.000 ai 110.000, non di più -, quindi c'era anche un buon rapporto fra il numero di elettori ed eletto. Una cosa ragionevolissima: c'era una riduzione dei parlamentari del 25% e una situazione che ti dava una governabilità, perché a quel punto, con l'uninominale, non si possono fare coalizioni od altro. Si deve semplificare per forza di cose. 

Il distacco, comunque, tra le forze extraparlamentari, associazioni, comitati e i partiti all’interno del Parlamento è evidente: da una parte si propone un proporzionale puro, dall’altra si sta tentando di imporre un maggioritario molto simile al porcellum…
Attenzione, però, questo che si sta imponendo non è un maggioritario a doppio turno. È una cosa un po' strana: il sistema di partenza è un proporzionale…. 

…Che però prevede un premio di maggioranza
Certo, c'è un premio di maggioranza, ma che viene calcolato su base nazionale.
Il punto, infatti, era cercare di capire cosa si stesse discutente alle Camere quando da un lato si propone una cosa e da un lato tutt’altro. Anche perché, dagli extraparlamentari, la critica maggiore nei confronti dell’italicum è rivolta agli sbarramenti.
Ma, sai, gli sbarramenti altri anche lì bisogna vedere. Io, ripeto, non esiste un sistema elettorale al mondo che preveda contemporaneamente una soglia di sbarramento per la posizione dei seggi e nel contempo il premio di maggioranza. Sono due alterazioni della logica aritmetica, mettiamola così. Ce ne può stare uno, ma tutt’e due no! Questo il punto chiave.