Locali contesi: Commissione Scuola di Roma Capitale al Liceo Kant

Seminterrato e pian terreno dell'ala ex-Baracca contesi fra sovrintendenza delle Belle Arti e Liceo Kant. Palmieri: “Kant eccellenza del Territorio, accolgo le istanze provenienti dalla scuola” Loche: “C'è un protocollo d'intesa tra Comune e Provincia fermo da 7 anni”. Masini: “Estendere il protocollo ad altre situazioni" Azuni: “Aule necessarie all'unico liceo classico del quadrante”.


“Le iscrizioni urgono, servono locali e questo in particolare consentirebbe di non portare la scuola frammentata in una succursale. Ovviamente questo comporterebbe la difficoltà, da parte di alcune famiglie, nel raggiungere una zona diversa da quella prescelta (Tor Pignattara nda) e ci farebbe perdere iscrizioni”, così il preside Infantino del Liceo Kant sulla vicenda che oggi ha portato allo svolgimento della Commissione Scuola di Roma Capitale proprio nei locali del piano terra e seminterrato dell' ”ex-Baracca”.
La vicenda nasce riguardo i locali contesi fra scuola e Sovrintendenza delle Belle Arti posti al piano terra dell'edificio “ex Baracca” che comprendono anche un cortile.

Ma facciamo un passo indietro.

Il liceo Kant può avvalersi della collaborazione dell'Associazione Kant (o meglio K.A.N.T. = Kultura Ambiente Natura Territorio), il presidente Leonardo Loche ne riassume la vicenda: “Lo scorso 13 febbraio si è tenuta la Commissione Scuola su richiesta della consigliera Gemma Azuni. C'è un vecchio protocollo d'intesa del 2006 tra Comune e Provincia” e tale documento recita come il Comune (ora Roma Capitale) debba “lasciare alla provincia il rimanente piano terreno, il seminterrato e l'ex cortile che è presente fra l'edificio del Liceo e l'ala in questione. Nel corso della scorsa commissione le parti interessate (comune, municipio, provincia e sovrintendenza) si sono resi disponibili all'attuazione del protocollo ma avrebbero voluto fare un sopralluogo in data odierna”.

Ecco spiegata la natura del luogo della commissione presieduta, per l'occasione, dal vicepresidente Paolo Masini e a cui vi partecipava la consigliera Gemma Azuni, il preside del Liceo Kant, il presidente del municipio Palmieri, esponenti della provincia e della Sovrintendenza delle Belle Arti.

Lo stesso Loche commenta come queste aule possano essere vitali per lo stesso Liceo Kant dal momento che sono più “gli alunni che entrano di quelli che escono” dall'Istituto.
Inoltre le aule ci sarebbero ma “non a norma delle leggi contrastanti che sono state approvate: ce n'è una che recita ci debba essere un ragazzo a poco più di un metro quadro di spazio ma c'è anche la Gelmini-Aprea che stabilisce il numero di 27 studenti per aula”.
Il vicepresidente della commissione Masini (Pd), dunque, così commenta la vicenda: “Ritengo necessario che si utilizzi l'utilizzabile: ci sono arrivate segnalazioni di utilizzo di altri spazi da parte di questo Istituto e vogliamo capire se questi locali gestiti dall'amministrazione comunale sono realmente utilizzati. Se non sono utilizzati al meglio è giusto restituirli alla comunità anche perché quel protocollo fermo dal 2006 non solo si dovrebbe attuare qui al Kant ma anche in altre parti della città, anche dal momento che la Provincia cesserà di esistere”.
Palmieri (Presidente Municipio VI): “Abbiamo sostenuto la richiesta dell'Associazione, del Preside e della Scuola in generale che necessita di più spazi anche in considerazione del fatto che questa scuola raccoglie centinaia di migliaia di cittadini ed è un eccellenza del territorio”.
Al coro di voci della politica si unisce quella della consigliera Gemma Azuni (Sel) che afferma: “Non solo i dipartimenti non hanno colloquio tra loro ma addirittura questo protocollo del 2006, che avrebbe potuto dare il via libera all'utilizzo delle aule che sono necessarie all'unico liceo classico presente nel quadrante, non è stato portato a conoscenza di nessuno e quindi abbiamo una promiscuità di uffici e di enti: buone le promiscuità ma nei casi in cui ci sono situazioni definite anche in termini di spazi e di utilizzi”.

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