La Metro C rischia lo stop. Ieri i lavoratori sono scesi in piazza per manifestare la loro preoccupazione per la mancanza dei fondi con i quali continuare la realizzazione del progetto quantomeno sino al Colosseo. Così la nuova linea rischia di diventare la più grande incompiuta d'Europa.
Doveva essere la linea che avrebbe collegato l’estrema periferia est di Roma ai quartieri della Roma bene nel quadrante ovest. Doveva essere “l’infrastruttura più avanzata d’Europa”, come era stata battezzata da Gianni Alemanno, quella che avrebbe mandato in pensione il fatiscente trenino della casilina che ancora oggi coi suoi binari intasa l’arteria consolare.
E invece la metro C rischia di essere l’emblema del fallimento di tutte le politiche infrastrutturali condotte negli ultimi anni a Roma, soprattutto quelle che riguardano la mobilità. La notizia è dei giorni scorsi, i lavori della nuova linea metropolitana romana saranno bloccati, causa mancanza fondi. A determinare lo stop ci sarebbe il ritardo nello stanziamento degli 800milioni che servirebbero per completare la tratta San Giovanni-Colosseo, già abbondantemente cantierizzata. I soldi dovrebbero provenire dal Cipe, che in realtà vi ha già provveduto in settembre, salvo poi ritardare l’autorizzazione per la prosecuzione dei lavori. Per non parlare di ciò che sarà della restante parte del progetto, che originariamente doveva arrivare sino alla Farnesina.
Ma a parte gli intoppi burocratici a rischio è addirittura il completamento della prima tratta. Qui, pur essendo i lavori già terminati, il problema sarebbe il contenzioso fra Comune e società appaltatrici le quali vanterebbero nei confronti dell’amministrazione capitolina un credito di 157milioni di euro. La somma sarebbe infatti maturata a seguito delle modifiche fatte al progetto originario a causa delle norme antisismiche approvate dopo il terremoto dell’Aquila e in conseguenza dei i maggiori costi per lo smaltimento delle terre di scavo. Soldi che il Campidoglio non può direttamente stanziare data la mancanza di disponibilità nel bilancio, e quindi il sindaco Alemanno si è visto costretto a richiedere un mutuo, in attesa del quale, prosegue la situazione di stallo.
Lo stato delle cose dunque dice che c’è una tratta quasi completata, quella che va dalla Borghesiana fino a San Giovanni, che però non sarà terminata - a detta del consorzio delle ditte appaltatrici “Metro C” - finché non saranno pagati quei 157milioni che sostanzialmente le imprese hanno anticipato. C’è una seconda tratta, quella tra San Giovanni e il Colosseo che è cantierizzata ma per la quale si attendono gli 800milioni del Cipe, ce ne è una terza, la più utile, che, stando così i fatti, non sarà mai nemmeno cominciata.
Intanto ieri i 1200 operai impiegati nei cantieri della grande opera sono scesi in piazza per manifestare la loro preoccupazione. "La nuova tratta e' finanziata ma non ancora contrattualizzata - spiegano i sindacati - Roma Metropolitane ha presentato una bozza di contratto a Metro C, che pero' sta valutando e tergiversando perche' aspetta per l'appunto i soldi pregressi. Dobbiamo avere dei tempi certi - e' l'appello dei sindacati - se non altro per avviare le procedure di ammortizzatori sociali in attesa della ripresa dei lavori. Tempi che non ci sono stati dati. Stando cosi' le cose alzeremo il livello, ci rivolgeremo al ministero dell'Economia, non si puo' perdere il posto di lavoro per l'inefficienza degli amministratori".
E invece la metro C rischia di essere l’emblema del fallimento di tutte le politiche infrastrutturali condotte negli ultimi anni a Roma, soprattutto quelle che riguardano la mobilità. La notizia è dei giorni scorsi, i lavori della nuova linea metropolitana romana saranno bloccati, causa mancanza fondi. A determinare lo stop ci sarebbe il ritardo nello stanziamento degli 800milioni che servirebbero per completare la tratta San Giovanni-Colosseo, già abbondantemente cantierizzata. I soldi dovrebbero provenire dal Cipe, che in realtà vi ha già provveduto in settembre, salvo poi ritardare l’autorizzazione per la prosecuzione dei lavori. Per non parlare di ciò che sarà della restante parte del progetto, che originariamente doveva arrivare sino alla Farnesina.
Ma a parte gli intoppi burocratici a rischio è addirittura il completamento della prima tratta. Qui, pur essendo i lavori già terminati, il problema sarebbe il contenzioso fra Comune e società appaltatrici le quali vanterebbero nei confronti dell’amministrazione capitolina un credito di 157milioni di euro. La somma sarebbe infatti maturata a seguito delle modifiche fatte al progetto originario a causa delle norme antisismiche approvate dopo il terremoto dell’Aquila e in conseguenza dei i maggiori costi per lo smaltimento delle terre di scavo. Soldi che il Campidoglio non può direttamente stanziare data la mancanza di disponibilità nel bilancio, e quindi il sindaco Alemanno si è visto costretto a richiedere un mutuo, in attesa del quale, prosegue la situazione di stallo.
Lo stato delle cose dunque dice che c’è una tratta quasi completata, quella che va dalla Borghesiana fino a San Giovanni, che però non sarà terminata - a detta del consorzio delle ditte appaltatrici “Metro C” - finché non saranno pagati quei 157milioni che sostanzialmente le imprese hanno anticipato. C’è una seconda tratta, quella tra San Giovanni e il Colosseo che è cantierizzata ma per la quale si attendono gli 800milioni del Cipe, ce ne è una terza, la più utile, che, stando così i fatti, non sarà mai nemmeno cominciata.
Intanto ieri i 1200 operai impiegati nei cantieri della grande opera sono scesi in piazza per manifestare la loro preoccupazione. "La nuova tratta e' finanziata ma non ancora contrattualizzata - spiegano i sindacati - Roma Metropolitane ha presentato una bozza di contratto a Metro C, che pero' sta valutando e tergiversando perche' aspetta per l'appunto i soldi pregressi. Dobbiamo avere dei tempi certi - e' l'appello dei sindacati - se non altro per avviare le procedure di ammortizzatori sociali in attesa della ripresa dei lavori. Tempi che non ci sono stati dati. Stando cosi' le cose alzeremo il livello, ci rivolgeremo al ministero dell'Economia, non si puo' perdere il posto di lavoro per l'inefficienza degli amministratori".
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