Gioia è rivoluzione

È così, ma stavolta non al "mio" municipio, il VI. "Solo" al comune di Roma. Dunque verosimilmente tutta la città potrà votare questo tipo che vedete qui in basso. 

Non sto dicendo che tutta la città lo farà, anzi: siamo ben lontani dai grandi nomi che ascoltiamo quotidianamente: Gualtieri, Michetti, Calenda, Raggi, tutti candidati presentati con una chance da potersi giocare per tornare ad amministrare la cosa pubblica. Tornare a farlo, perché di questo si tratta. Centrodestra, centrosinistra, cinquestelle, si sono spartiti il potere condividendo l'idea stessa delle politiche che attuavano: tagli e privatizzazioni, non un soldo per le cose che contano davvero.
Siamo piccoli, certamente, siamo inadeguati alla fase storica e politica che stiamo vivendo, ma non per questo è vero quel che dicono i nostri detrattori: che siamo inutili, che facciamo "perdere voti" alla coalizione di Gualtieri o che disperdiamo i voti degli elettori nel vuoto pneumatico spinto. In realtà, anche chi dice queste cose sa benissimo che non è vero e che proprio tutta la proposta della coalizione capitanata dal PD fa acqua da tutte le parti, per non dire altro. 

In realtà continuare a votare sempre le stesse persone perché si ripone in loro una speranza quasi messianica che le cose cambino da sole, è ancor peggio che non andare a votare.
Non è vero che non parliamo più di cose che interessano alla maggioranza: è vero che una classe dirigente, anche esponenti appartenenti ad altre organizzazioni con questo stesso simbolo, ha barattato la propria ideologia e la propria visione del mondo per un posto in Senato o alla Camera. E da allora tutto è caduto a picco.
Ma, allora, tutto è perduto? Lasciamo stare ogni cosa e chiudiamo gli occhi di fronte alle contraddizioni che vediamo e viviamo tutti i giorni sulla nostra pelle? Certamente no.

Non ho mezzi per poter organizzare appuntamenti elettorali con ospiti blasonati o cose simili, ma idealmente vorrei che camminassimo insieme controvento [ogni riferimento alla canzone del Muro del Canto è voluto] in questa campagna elettorale in cui tutti la sparano più grossa e davvero nessuno vuole vincere le elezioni. Se non c'è nessuno che lo fa, noi proviamo ad esserci e a chiamare, chiedere, il sostegno di tutti. Ostinati e inevitabili. Camminando insieme, perché ingenuamente siamo convinti che per affermare una posizione alternativa non serve semplicemente enunciarla, per poi candidarsi con le liste collegate al centrosinistra, così da avere più possibilità di successo ed entrare in consiglio municipale o in Assemblea capitolina per poi non produrre un atto (che sia uno) di rottura o che produca un reale risultato.
Serve dare forza a chi ha bisogno di ossigeno, non a chi l'aria la disperde portandola a chi ne ha in abbondanza. Ecco perché il 3 e il 4 ottobre la cosa più rivoluzionaria che potete fare è andare a votare per il Pcl (Partito comunista dei lavoratori), barrare il simbolo e scrivere pure "Piccinelli" come preferenza.



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