domenica 20 dicembre 2020

O tutti o nessuno

A seguito della chiusura della grotta del buco a Tor bella monaca, propagandata dalla sindaca Virginia Raggi che si è recata personalmente nel quartiere, è nato un appello delle associazioni territoriali e organizzazioni sindacali del quartiere per chiedere un «tavolo permanente sul disagio sociale e contro l'abbandono». L'appello è stato recepito dalla politica capitolina. In breve tempo, grazie ai consiglieri capitolini Zannola (PD), Pelonzi (PD), Tempesta (PD), Fassina (SxR), Celli (Giachetti sindaco), Figliomeni (Fd'I) e De Priamo (Fd'I) è stata richiesta una «commissione congiunta di carattere sociale e culturale relative al quartiere Tor bella monaca e possibili modalità d'intervento condiviso». Il documento è datato 9 dicembre 2020 ed è stato protocollato il giorno successivo, indirizzato alla Presidente della commissione politiche sociali (Catini) e alla presidente della commissione cultura (Guadagno). Qui il testo del documento. 

Tor bella monaca rappresenta da decenni l'archetipo del quartiere oppresso dalla criminalità e simbolo dell'esclusione sociale, del disagio e della sofferenza in un immaginario collettivo che non è più solamente quello della Capitale ma di tutto il Paese. Grazie anche a rappresentazioni cinematografiche che hanno acceso luci e riflettori a riguardo come la pellicola «Lo chiamavano Jeeg Robot». Disagio, esclusione e abbandono non risiedono solo a Via dell'archeologia o Via del fuoco sacro. Corcolle, Torre Maura, Torre Angela, Ponte di Nona, Villaggio Breda (e la lista potrebbe continuare) sono quartieri e zone del VI Municipio in cui la sofferenza e l'abbandono di ogni speranza - soprattutto da parte delle giovani generazioni - è all'ordine del giorno. 

Anche in quei quartieri cosche e comprotamenti criminali la fanno da padrone o hanno iniziato ad essere presenti in modo strutturato. L'iniziativa solerte dei consiglieri comunali sopra citati è lodevole ma vorremmo far presente ai lettori di questo nostro giornale digitale che o ci salviamo tutti, o la periferia sprofonderà tutta insieme. Il VI Municipio è la rappresentazione vivente della sofferenza urbana della Capitale di un Paese che troppo poco spesso si ricorda di esserlo. 

La zona urbana che comunemente viene denominata "Torre Angela" e che comprende diverse zone oltre i confini del quartiere, nella seconda ondata del Covid 19, ha detenuto per settimane il maggior numero di contagiati, che il quotidiano «Il Messaggero» non ha esitato a classificare come «record» in quanto «lì, l’incidenza del virus è costantemente aumentata per via di un tasso che tiene conto della popolazione residente». Papa Francesco, nell'enciclica «Fratelli Tutti» che ha scosso il Paese e il Mondo intero lo ha definito chiaramente:
«Nel mondo attuale i sentimenti di appartenenza a una medesima umanità si indeboliscono, mentre il sogno di costruire insieme la giustizia e la pace sembra un’utopia di altri tempi. Vediamo come domina un’indifferenza di comodo, fredda e globalizzata, figlia di una profonda disillusione che si cela dietro l’inganno di una illusione: credere che possiamo essere onnipotenti e dimenticare che siamo tutti sulla stessa barca».
O tutti, o nessuno. Sarebbe stato un segnale forte per la periferia far sì che venisse istituito (o anche solo proposto) un tavolo permanente che rappresentasse tutti i quartieri dello sterminato sesto municipio di Roma. L'estremismo localista e particolarista ha prevalso sul generale e l'universale. Come se Tor bella monaca appartenesse ad un territorio-nel-territorio, il sedicesimo municipio di Roma. Dimenticare che abitiamo tutti nella VI circoscrizione (come si diceva un tempo) non rende un buon servigio ai presentatori dell'appello.

mercoledì 2 dicembre 2020

Caprino Veronese

Sì però pure sta cosa del socialismo, anche basta. Lo sai che se vai tipo a Cuba, no, ecco tipo là vai al supermercato e c'è un tipo di formaggio soltanto. 

Vabbè e quindi?

E quindi che? Dai è una cosa da barbari, uno sta a sgobbà tutto il giorno, se butta in metro e poi come minimo je piace d'andà a vedè qualcosa da magnà de diverso.

Al centro commerciale, immagino.

Eh, sì, quello c'è.

Tralascio analisi sociologiche e economico-social-politiche che me farebbero scrive polpettoni assurdi. Però ecco, fa ride che tu dica che in un sistema.assurdo come questo si possa scegliere qualcosa.

Io invece scelgo. L'altro giorno ho cambiato la macchina per cui avevo acceso il finanziamento, m'avevano detto "vuole cambiarla con quest'altra" e io l'ho fatto.

Altro finanziamento.

Beh chiaro.

Quindi in definitiva, puoi scegliere, certo. Puoi scegliere se consumare una polenta (ad esempio) di un tipo prodotta a Verona, e un'altra polenta di un altro tipo ("in questa ci abbiamo messo i mitici funghi porcini") prodotta a Caprino Veronese. A te la scelta. Guai a dire "ma a me sembra la stessa cosa"
Puro bolscevismo. Il capitalismo è tipo una roba del genere. Caprino Veronese.
Scegli la modalità con cui chi ha più soldi possa farne ancora più soldi e tu spenderli. 
Schiavi sorridenti.