venerdì 28 dicembre 2012

Auguri non necessari al territorio resistente

Di gruppi municipali nuovi e vecchi, di primarie di coalizione e presidenti che si candidano, di municipio ingestibile e mai gestito, di un presidente municipale (Lorenzotti) che dopo il nome deve specificare l’incarico  nei manifesti di auguri (perché non tutti potrebbero conoscerlo).


La giunta municipale dell'ottavo è deflagrata completamente: la data dell'inizio della fine è il 25 ottobre  quando il presidente Lorenzotti, prima di essere sfiduciato, si dimette. Tralasciando il dato che la sfiducia, poi, verrà ritirata. Ma quello è un altro discorso. Circa una settimana prima, invece, il minisindaco dell'ottava circoscrizione aveva dovuto dare l'infausta notizia delle dimissioni del vicepresidente ed assessore Ezio D'Angelo coinvolto nell'affaire Piccolo.Lo stesso D'Angelo, insieme al consigliere Madama, ora danno notizia della loro adesione allo Psi (Partito Socialista Italiano).

Nel frattempo - dopo l'inchiesta di Report che riguardava il patrimonio immobiliare del partito di Antonio Di Pietro - il consigliere Rossi (Italia dei Valori) aderisce al neonato movimento Diritti e Libertà, nato dalla dipartita del gruppo vicino all'on. Donadi e al sen. Pedica.

L'oramai ex coordinatore municipale Marco Argenti, invece, si candida alle primarie di coalizione del centrosinistra con la neonata lista civica Partecipazione Attiva. Se nel centrodestra municipale c'è chi approda al gruppo misto per qualche ora come Dari (PdL) e chi presenta certificati medici in occasione di una sfiducia qualsiasi come Villino (Udc), nel centrosinistra il nodo da sciogliere sono le primarie. Candidati del Partito Democratico saranno Cremonesi e Scipioni, Argenti per Partecipazione Attiva e l'attuale presidente del municipio VII Roberto Mastrantonio, in quota Sinistra ecologia libertà. Lo stesso presidente della circoscrizione settima conferma con un tweet: “è una grossa responsabilità ma sono pronto!”

In tutto questo, in un anno nero per il centrodestra della circoscrizione fanalino-di-coda di Roma Capitale, il minisindaco Lorenzotti tappezza le consolari del municipio con manifesti del Pdl locale che lo ritraggono vicino alla scritta “buone feste”.
Niente di strano se non fosse che il Presidente della circoscrizione in persona abbia stampato i manifesti precisando di essere il presidente dell'ottavo municipio.

La scritta sembra passare inosservata: è tra parentesi e in piccolo, vicino la foto del minisindaco. Non ci sarebbe niente di male se non la specificazione in sé: ultimo atto di un percorso politico totalmente disastroso e fallimentare che ha portato il presidente dell'ottava circoscrizione a firmarsi precisando l’incarico sui manifesti affissi. La reazione dell'opposizione extraparlamentare monta scherzosa con Roberto Catracchia (FdS) che commenta ridendo: “La cittadinanza ne aveva veramente bisogno di questi auguri? Servivano davvero?” come a dire “come avremmo fatto senza!”. Mentre Marco Argenti afferma: “Tutti i soldi spesi per degli inutili manifesti sarebbero dovuti andare alle famiglie che dormono nella sala cinema dell'ottavo municipio (gli sgomberati delle occupazioni di Action dei giorni scorsi a Ponte di Nona nda). E' bello sapere, poi, – chiosa Argenti – che 4 anni e 11 mesi di (non)governo hanno portato il presidente del municipio a firmarsi sui manifesti: il presidente si sarà finalmente reso conto che più del 40%dei cittadini non lo conosce. Questa campagna elettorale sarà una liberazione!”.

L'ultima chiamata alle urne prima del default

Articolo pubblicato su ilmanifesto del 27 dicembre 2012
La lunga intervista a Massimo Bordignon col nome di Europa la casa comune in fiamme (il Mulino pp. 122, euro 10) comincia con l’analizzare la crisi che sta subendo il «sistema Europa» e i paesi che lo compongono. 
Termini e espressioni come spread, bund, agenzia di rating sono entrati prepotentemente nel lessico delle discussioni comuni grazie/a causa dell’ampia diffusione che i media hanno dato a questi termini, legandoli sempre più al processo di «unificazione politica» del vecchio continente. Andare a ritroso di tale processo è uno dei compiti di questo libro, anche se l’autore sottolinea spesso che occorre indagare il ridisegno della geografia politica dell’Europa causato dalla crisi economica. Alla domanda riguardante gli effetti della crisi finanziaria degli Stati Uniti, della «crisi di fiducia» che sta attraversando l’Europa mettendo in discussione la moneta unica, Bordignon risponde infatti che: «La crisi europea degli ultimi anni è una crisi di natura istituzionale, più che economica. È dovuta a mutamenti che rendono la tradizionale struttura della sovranità  non più in grado di adeguarsi ai ritmi e alle turbolenze della finanza globale. Il problema è che ancora non è emerso un nuovo equilibrio». Significativo è anche il fatto il primo capitolo di questo piccolo volume azzurro si chiami appunto «Alla ricerca di un nuovo equilibrio».
«Abbiamo bisogno di strutture sovranazionali legittimate, in grado di far fronte a una situazione economica che sta cambiando rapidamente e che produce conflitti», afferma Bordignon, che non crede alla «tecnocrazia» coem sostituitivo della politica, poiché bisogna «tornare a fare politica e ad affrontare il problema della legittimità  politica delle istituzioni europee». Nonostante tutto è lo stesso docente che indica in Mario Monti ha le caratteristiche del politico italiano del «futuro», anche se riconosce che non è stato legittimato da elezioni in quanto imposto dal Presidente della Repubblica.
La difficoltà , comunque, nella ricerca del «nuovo equilibrio», sta anche nel fatto che i paesi che compongono l’Unione Europea non hanno voluto cedere «quote di sovranità » alla stessa Unione. Proprio per questo, secondo il docente di Scienza delle Finanze all’Università  Cattolica di Milano, gli strumenti di governance messi in campo affannosamente negli ultimi due anni soffrono di un pesante deficit democratico: manca una struttura sovrastatale pienamente legittimata. Tale mancanza porta le popolazioni dei paesi del sud dell’Europa, non solo quelle della Grecia, a rifiutare i diktat di altri stati o imposti dalla cosiddetta troika (Fmi, Bce, Commissione europea) giacché non legittimati.
Il primo atto da compiere, per avviare l’Europa sul cammino dell’unione politica, è l’elezione diretta del presidente della Commissione Europea che si trascini una «campagna elettorale pan-europea con candidati che si confrontano su piattaforme elettorali diverse» ma che «farebbe moltissimo per migliorare la percezione di legittimità  democratica dell’Unione da parte dei cittadini europei». Altro passo importante del volume è quello riguardante il fiscal compact, tema che ha infiammato, e sta continuando a farlo, il dibattito politico nazionale.
Per Bordignon il fiscal compact non rappresenta la «soluzione dei problemi europei», ma «per noi è praticamente imposto dalle circostanze: non potremmo fare diversamente neanche se lo volessimo». 
Bordignon affronta in concreto la questione dell’«equilibrio di bilancio», solo dopo un lungo discorso in cui afferma: «Insomma, il problema del fiscal compact non è che l’abbiamo adottato noi ma che l’ha adottato anche la Germania», poiché il suo effetto negativo «è quello di non costringerci a politiche recessive ma spinge altri paesi in migliori condizioni ad adottare le stesse politiche rendendo la nostra situazione più difficile».
Scrivere intorno alla crisi istituzionale ed economica che sta attraversando l’Europa e analizzarne le cause significa, per dirla con le parole dell’autore, che il sistema-europa deve «fare passi molto rapidi e molto chiari in direzione di una forte integrazione politica, oppure l’Unione monetaria è destinata a rompersi».

giovedì 20 dicembre 2012

“La classe operaia va in paradiso”. Azuni-Cirinnà: medaglia d'oro al valor civile per Isabella Viola.

Ad un mese dalla morte di Isabella Viola, lavoratrice e madre di Torvaianica, le uniche due donne dell'opposizione presenti in Assemblea capitolina si mobilitano per ottenere riconoscimenti istituzionali in sua memoria.


Un mese esatto fa, Roma è stata segnata dalla morte di Isabella Viola che, a 34 anni, madre di 4 figli, si accascia sulla banchina della linea A della metropolitana all'altezza della stazione Termini. Abitava a Torvaianica, si svegliava alle 4 di mattina per prendere la corriera per Roma e diversi autobus per raggiungere il bar in cui lavorava, in via Nocera Umbra. Era il 18 Novembre quando la donna moriva per un malore.

Non si sentiva bene da diverso tempo ma aveva continuato a lavorare e in quella domenica di metà novembre aveva chiamato una collega per dirle che stava per arrivare: erano le 7 del mattino, circa. Durante quella mattina di lei non si è saputo più niente ma un dipendente dell'Atac che frequentava il bar in via Nocera Umbra, aveva capito che la ragazza morta era la Isabella del bar. 
Cinquantacinque euro, questa la cifra della retribuzione giornaliera della “regina di Torvaianica”, come l'aveva chiamata il marito Alessandro. “Non aveva contratto, se stava male andava a lavoro lo stesso altrimenti non la pagavano”, affermava il marito in un articolo del 5 dicembre del quotidiano “Il Messaggero”.

In tutto questo le istituzioni cittadine sono rimaste silenziose, eccezion fatta per due mozioni: la prima è stata presentata dall'on. Vigna (Alleanza per l'Italia) con cui i consiglieri di Roma si impegnavano a devolvere, ai quattro figli di Isabella Viola, la somma equivalente al gettone di presenza percepito in occasione della seduta dell'Assemblea Capitolina; la seconda è stata presentata dalle uniche due donne dell'opposizione capitolina: Monica Cirinnà (Partito Democratico) e Gemma Azuni (Gruppo misto - Sinistra ecologia libertà).
Le due consigliere chiedevano al Sindaco di Roma, tramite la mozione (approvata nda), di “attivarsi presso le competenti autorità” perché “il Presidente della Repubblica conferisca, alla memoria della signora Isabella, la medaglia d'oro al valor civile”. In una nota congiunta Azuni-Cirinnà si legge che tale riconoscimento: “Sarebbe un modo per riconoscere lo straordinario sacrificio che questa donna compiva ogni giorno per sostenere la sua famiglia che ora si trova ad essere privata di qualsiasi forma di reddito".

Sarebbe anche un’occasione per dimostrare la solidarietà e vicinanza delle istituzioni a tutte quelle persone che, ogni giorno con il loro unico reddito, sostengono la propria famiglia a prezzo di grandi disagi, spesso per stipendi miseri e senza la sicurezza di mantenere il posto di lavoro”.