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Elezioni Usa, "occhio" ai third parties

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Tratto da formiche.net  «Ma sì, vota pure per un terzo partito: spreca pure il tuo voto!» .  La frase potrebbe essere stata pronunciata da chiunque in un qualsiasi Stato Americano in un'altrettanto indeterminata fase elettorale. Gli USA sono - agli occhi di qualsiasi giornalista, osservatore, cittadino mediamente interessato alle questioni politiche e non - il Paese che più rappresenta il bipartitismo e il sistema elettorale maggioritario: si sta o dall'una o dall'altra parte, a meno che sia l'una che l'altra non vengano considerate two sides of the coin , cioè  due facce della stessa medaglia . E' bene, dunque, riflettere a freddo e a qualche giorno dalle elezioni americane sui dati che hanno consegnato le urne e in particolar modo quelli riguardanti i  third parties  tenendo però a mente la piccola quanto utilissima guida sul come si vota negli 'States'  che ha scritto Andrea Marinelli pubblicata dal sito del  Corriere della Sera  a poche ore dal voto

Perché dire e votare "no" è un atto partigiano

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Il termine  partigiano , letteralmente, indica colui che  ‘prende parte’ ,  ‘assume una posizione’  in contrapposizione di un’altra. Celebre, in tal senso, è lo scritto di Antonio Gramsci del 1917 . Odio gli indifferenti. Credo che  vivere voglia dire essere partigiani . Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano.  L’indifferenza è abulia , è  parassitismo , è  vigliaccheria ,  non è vita .  Perciò odio gli indifferenti . […] Sono partigiano ,  vivo , sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E  in essa la catena sociale non pesa su pochi , in essa  ogni cosa che succede non è dovuta al caso , alla fatalità,  ma è intelligente opera dei cittadini .  Non c’è  in essa  nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano , si svenano.  Vivo ,  sono partigiano . Perciò  odio chi non parteggia ,  odio gli indifferenti . La Storia Contemporanea ha, poi, traslato il termine in quello d

Smacco del partigiano Fiorentini: «Al partito comunista, alla guerra dei Gap!»

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Nella giornata di ieri, 8 settembre, si è svolta – presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio – la cerimonia di consegna delle Medaglie della Liberazione ai partigiani di Roma e Provincia da parte della Prefettura di Roma Capitale. Molti sono stati gli insigniti e i medagliati, in maggioranza gli esponenti dell’ANPI, passando per la FIAP e le altre associazioni partigiane. Il cerimoniere incaricato scandiva i nomi dal piccolo podio della sala: Aldo Tortorella, Tina Costa, viene nominato anche Armando Cossutta per cui la medaglia è stata ritirata dai familiari in sua memoria. Poi arriva il turno di Mario Fiorentini. Mario Fiorentini è stato l’ideatore ed esecutore, assieme ai gappisti romani, dell’azione di Via Rasella. Quell’azione del 23 marzo del ’44 che, in seguito, venne dichiarata ’attentato’ o ‘atto di guerriglia’, usando terminologia scorretta atta a sminuire e porre sotto una precisa influenza quello che fu un piano studiato nei minimi dettagli: in cui dodici p